L’infinito e l’incognita dell’inizio

Il cosmologo John David Barrow si è interrogato su origini e destino dell’universo
PORDENONELEGGE; JOHN D. BARROW
PORDENONELEGGE; JOHN D. BARROW

PORDENONE. Il tema è uno dei misteri piú complessi e affascinanti per l'uomo, il relatore uno degli scienziati piú autorevoli a livello mondiale. Si è parlato dell'infinito ieri a Palazzo Montereale Mantica, con il John David Barrow. Il cosmologo inglese ha condotto il pubblico di Pordenonelegge in un viaggio alla scoperta dell'infinito, o più precisamente di come l'infinito veniva e viene visto.

Secondo Barrow esiste una varietà di infiniti, e qui è arrivato il pensiero moderno, grazie a Pascal, che ha introdotto questa interpretazione nel XVII secolo. Barrow ha diviso l'infinito in tre tipologie principali: quello matematico, quello fisico, e quello filosofico.

E proprio quest'ultimo è il piú discusso, perché riferendosi a Dio, all'universo, al tutto, riesce a creare un'idea anche nell'uomo della strada. Sull'universo lo scienziato inglese ha voluto fare un po' di luce, ma con la cognizione di causa di un uomo di scienza.

Secondo le teorie attuali, l'universo è in espansione, e se fosse partito da un punto e da un momento sarebbe qualcosa di finito. Per questo Barrow ha precisato che si calcola che l'universo abbia 13,7 miliardi di anni, e se non fosse cosí vecchio e cosí grande, noi non saremmo qui.

Ma non si può parlare di inizio, quanto di inizio dell'espansione dell'universo. Anche per questo lo scienziato usa una metafora tanto semplice quanto evocativa. Secondo la teoria multiverso, il tutto sarebbe una schiuma, fatta di tante bolle.

Il nostro universo è una di queste bolle, e si possono fare previsioni solo su quella in cui viviamo. Le altre, ha precisato Barrow, potrebbero avere leggi della fisica completamente diverse. Per questo ipotizzare cosa c'è oltre sarebbe un mero esercizio di fantasia.

E anche nella nostra "bolla" non ci sono certezze, perché quello che si riesce a vedere con i telescopi spaziali non è un confine, ma un orizzonte. Il risultato dell'evoluzione, sarà la possibilità di guardare piú lontano. E piú lontano si guarderà, piú si potrà andare indietro nel tempo, per capire meglio l'evoluzione dell'universo. Ma soprattutto sapere se un inizio di tutto c'è stato oppure no.

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