Le madonne vestite in Friuli: una storia di devozione
Il libro è un viaggio tra arte sacra, spiritualità e artigianato. L’autrice è la giornalista e scrittrice friulana Paola Treppo

Un libro che raccoglie, in modo organico, la memoria diffusa e autentica delle statue vestite di Maria custodite in chiese, sacrestie, cappelle private, musei e ancone domestiche del Friuli storico: “Le Madonne vestite del Friuli. Devozione popolare dalla Carnia a Lignano” è un viaggio inedito tra arte sacra, spiritualità quotidiana e trasmissione orale, tra mode, stili e tendenze, tra artigianato, oreficeria, scultura e tessitura. È una narrazione corale che intreccia immagini, racconti e testimonianze radicate nel cuore delle comunità.
Il volume, firmato dalla giornalista e scrittrice friulana Paola Treppo e pubblicato da Chiandetti Editore, è il primo capitolo di un progetto in quattro volumi, con il sostegno di Banca 360 FVG-Credito Cooperativo e in collaborazione con la Pro Tarcento.
Frutto di una lunga ricerca sul campo, l’opera porta a riscoprire il valore oggettivo e simbolico delle Madonne vestite in primis, ma anche di Gesù Bambini, Marie Bambine, statue maschili vestite e altre figure devozionali realizzate in cera, legno, porcellana, vetro, tessuto e altri materiali, espressioni tangibili di una fede radicata e quanto mai concreta: statue pensate per essere abbigliate e periodicamente messe in posa, la cui cura era affidata in via di fatto esclusiva alle donne.
Le Madonne vestite sono opere d’arte rivestite con abiti veri, cuciti e ricamati a mano, spesso ornate con corone, veli, collane e preziosi ex voto.Sono testimoni attuali di un rapporto sacro con il femminile e con la vita che non si è mai interrotto nonostante le limitazioni imposte dalla Chiesa nei primi decenni del 1900: furono le comunità a salvarle dal rogo e dalla distruzione, nascondendole in edicole votive, soffitte, campanili, abitazioni private. In Friuli ne sono sopravvissute oltre trecento.
Oggi molti esemplari “esiliati” e dimenticati sono tornati tra noi: diverse parrocchie hanno fatto restaurare questi testimoni del tempo e delle mode, e li hanno riportati in chiesa. Il libro è nato grazie al supporto delle comunità locali, che hanno aperto le loro chiese, case e concesso le loro memorie per condividere storie, oggetti e riti. È a loro che l’opera è idealmente dedicata. Contribuisce al volume la studiosa Elisabetta Silvestrini, con un ringraziamento speciale all’antropologo friulano Gian Paolo Gri, che ha spronato a dar voce a questa raccolta. L’opera è introdotta dai saluti istituzionali di monsignor Riccardo Lamba, arcivescovo di Udine, Valentina Minosi, Soprintendente per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio del Friuli Venezia Giulia e di Mario Anzil, assessore regionale alla Cultura del Friuli Venezia Giulia. Questo primo volume segna l’inizio di un lavoro editoriale più ampio, dedicato alle tre diocesi friulane (Udine, Gorizia e Concordia-Pordenone).
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