La storia del Duomo di Udine: da centro della vita religiosa a custode di capolavori dell’arte

Due volumi ricostruiscono le vicende dell’edificio consacrato attorno al 1257 e le sue ricostruzioni. Un percorso di 800 impreziosito dalle tavole a colori di Luca Laureati, da fotografie e disegni

Cesare Scalon

Cosa si nasconde sotto l’imponente struttura settecentesca del Duomo di Udine? L’ampia ricerca sul Duomo di Udine. Storia e architettura tra Medioevo e Rinascimento curata da Cesare Scalon e promossa dall’Istituto Pio Paschini per la storia della Chiesa in Friuli, in collaborazione con tre Dipartimenti universitari di Udine, Bologna e Ravenna, si propone di rispondere a questa domanda.

Si tratta di accompagnare il lettore in un percorso affascinante, impreziosito da oltre centoquaranta tavole a colori di Luca Laureati e arricchito da numerosi disegni, testimonianze cartografiche, foto storiche di cantieri di restauro e dalla ricostruzione digitale in modello 3D dell’antico edificio.

Il volume, in due tomi per complessive 840 pagine, che ora vede la luce fa parte della nuova collana “Monumenti del Patriarcato Aquileiese” avviata assieme all’editore Gaspari nel 2020 con il volume su San Francesco di Udine.

Un monumento da salvare e riscoprire. Il Duomo di Udine, quale appare oggi, è il risultato di ricostruzioni, ampliamenti, riconfigurazioni e restauri, la cui complessa storia era stata solo in parte delineata dalla monografia di Carlo Someda De Marco (1970), che peraltro risale a ormai cinquant’anni fa, e dagli episodici contributi successivi.

Il volume presenta i risultati di un imponente lavoro di scavo archivistico sul Duomo medievale di Udine, che fu al centro della vita religiosa della città e ne accompagnò il suo sviluppo urbanistico, economico, politico e sociale.

Alla metà del Trecento, come racconta Elisabetta Scarton, Udine aveva assunto, quanto a cultura, ricchezza delle arti maggiori e ricchezza economica una sua centralità all’interno della Patria del Friuli, tale da giustificare la richiesta del patriarca Nicolò di Lussemburgo al papa di trasferirvi la sede della cattedra vescovile di Aquileia.

La collegiata udinese di Santa Maria Maggiore, a cui furono affidati il servizio liturgico e la cura d’anime della città, di cui parla Andrea Tilatti, fu l’ultima delle istituzioni capitolari erette nell’antica diocesi di Aquileia. Alle prime vicende costruttive è dedicato il contributo di Grazia Del Gobbo su Il Duomo di Udine nel XIII secolo.

L’attuale Chiesa Metropolitana ricopre importanti reperti dell’originaria costruzione venuti alla luce in seguito ad alcuni lavori eseguiti nel corso degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso che hanno permesso di svelare le prime vicende costruttive dell’edificio consacrato non più tardi del 1257.

Delle successive vicende si occupa in particolare il contributo di Stefania Grion e Gianpaolo Trevisan su Il Duomo di Udine: cantiere e progetti (secoli XIV-XVI). La duecentesca chiesa di Sant’Odorico fu ricostruita entro il terzo decennio del XIV secolo con l’intitolazione a Santa Maria Maggiore e fu quindi soggetta, a pù riprese, ad ampliamenti, riconfigurazioni e restauri.

Il contributo di Fabio Massaccesi Da Bertrando di Saint-Genieès a Nicolò di Lussemburgo: l’area presbiteriale in mutazione tra prospettiva liturgica, arte e propaganda, che fa seguito a una serie di studi preliminari, fornisce una solida ricostruzione della chiesa bertrandea e post bertrandea su basi metodologicamente trasversali (dati materiali, archivistici, comparativi), mentre Sandro Piussi rilegge i due portali trecenteschi sulla base di uno stringente confronto con le fonti letterarie della tradizione cristiana e con un’iconografia ampiamente documentata nell’arte figurativa del tempo.

Enzo De Franceschi, parlando della fortuna critica della decorazione pittorica che accompagnò le varie fasi costruttive del Duomo medievale, spiega come la chiesa di Santa Maria Maggiore divenne uno straordinario riferimento d’attrazione artistica, specie dopo gli interventi di Vitale da Bologna e della sua bottega.

Maria Beatrice Bertone ci accompagna nella visita al Museo facendoci ripercorrere le tappe salienti della storia del Duomo dalle origini ai prodromi della riforma settecentesca.

Uno degli aspetti che caratterizzano questo volume è l‘utilizzo di nuove linee di indagine e l’applicazione delle tecniche di ricostruzione digitale, di cui danno conto Gianna Bertacchi, Luca Cipriani, Federica Giacomini e Alessandro Iannucci nel contributo su Rilievi e modelli 3D per la ricostruzione virtuale. Infine l’edizione dei Libri memoriali del Capitolo e della chiesa, che costituisce il secondo tomo dell’opera, si allaccia alle tante storie di libri distrutti, dispersi, venduti, rubati che talora ricompaiono in modo inaspettato nelle biblioteche di mezza Europa e di oltre Oceano.

Dalle pagine di questi codici riaffiorano i tanti volti di uomini e donne, chierici e laici, sorestans e sotans, passati sotto le arcate della vecchia chiesa medievale, che da una parte attestano la vivacità e l’apertura della società tardomedievale udinese e dall’altra ricordano quanto sia fuggevole il tempo e precaria la vita dell’uomo.

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