La natura diventa ambasciatrice dei tesori di Carnia

Il libro dei fotografi naturalisti Gabriele Bano e Paolo Da Pozzo Anche Dante Spinotti alla presentazione di sabato a Tolmezzo
Di Tanja Ariis

TOLMEZZO. La natura diventa ambasciatrice della Carnia nel nuovo l’ultimo libro fotografico di Gabriele Bano e Paolo Da Pozzo.

L’emozionante fioritura di rododendri a Sauris, la prima luce dell’alba che infiamma le Dolomiti Pesarine, il tritone alpino che ti scruta tra i crochi color pastello, lo scoiattolo affacciato su uno specchio d’acqua silvestre, il volpacchiotto che sbuca curioso tra l’erba, gli arabeschi del raponzolo sulle rocce. È l’immediatezza comunicativa di immagini che svelano la sorprendente bellezza della Carnia.

La fotografia naturalista diventa strumento eccezionale di conoscenza e promozione del territorio: stuzzica la curiosità su un luogo, emozionando. Lo dimostra il nuovo libro fotografico di Gabriele Bano e Paolo Da Pozzo Carnia scrigno di emozioni. Alla presentazione di sabato - alle 17.30, al centro servizi del Museo carnico a Tolmezzo - ci sarà anche il direttore della fotografia di fama mondiale Dante Spinotti, che con grande piacere - lo dice lui stesso - ha scritto la prefazione. Con grande piacere per l’alta qualità delle immagini dei due fotografi naturalisti tolmezzini e per il potere che hanno di testimoniare quell’unicità della Carnia sostenuta con forza anche nel suo filmInchiesta in Carnia. Il cantautore carnico Luigi Maieron ha ulteriormente impreziosito il libro con la sua Om o furmie (Uomo o formica).

Il precedente lavoro dei due fotografi naturalisti, allora anche con Luciano Gaudenzio, era stato presentato nel 2010 come libro ufficiale della Regione anche alla Bit di Milano. Se Carnia confine tra cielo e terra si basava sull’alternanza delle stagioni, Carnia scrigno di emozioni, edito da Daniele Marson (friulano come la tipografia che ha stampato il volume), in 110 immagini (con testi anche in inglese), parte invece dal fondovalle per salire fino alle vette alpine. Gabriele e Paolo hanno vissuto a contatto con la natura fin da bambini, l’uno spronato dai nonni, l’altro dal padre e sono grati per quel regalo che ha permesso loro di apprezzare questa ricchezza profonda della Carnia. Un messaggio insomma anche per le nuove generazioni e per chi oggi è genitore: accostarsi alla natura fin da bambini promuove la consapevolezza, anche negli stessi carnici, dell'immenso patrimonio che hanno tra le mani. Avvicinarsi in punta di piedi e con rispetto consente di conoscerlo e apprezzarlo.

Entrambi gli autori, soci della sezione friulana Afni (Associazione fotografi naturalisti italiani), sottolineano come per essere fotografi naturalisti sia necessario essere prima di tutto naturalisti: conoscere la natura, le specie, i loro ritmi e tempi. Le foto più difficili? Non hanno dubbi, quelle agli animali, perché diffidenti: «Quando scorgi un animale - spiegano -, spesso lui ti ha già visto da un pezzo». E ci sono le regole inderogabili: le foto ai nidi, ad esempio, non si fanno mai. Il concetto di caccia fotografica non appartiene a Paolo e Gabriele. Il rispetto guida la loro azione. Per fare le foto al gallo forcello salgono in quota la sera prima e si nascondono in capanni mimetici per non creare disturbo agli animali. Per loro la fotografia «è portare a casa immagini ed emozioni», che vogliono condividere col pubblico. La foto che rappresenta più Gabriele? Quella di un anemone, «fiore che rappresenta il mio modo di fotografare: il contatto con la natura in semplicità, cioè passione, emozione, semplicità e ricerca di un punto di vista diverso». A rappresentare di più Paolo è invece una cascata, «la rinascita, la primavera, l’acqua, le prime foglioline di faggio».

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