La magia del chioccolo e stasera c’è Vado che canta i nostri poeti

LESTIZZA. Valerio Vado è un musicista pordenonese di Sesto al Reghena che, legato alla sua terra, ha musicato, con un progetto nato nel 2013, alcune poesie friulane: due di Pasolini, due di Eddi Bortolussi, tre di Nadia Paoluzzo, due di Gilberta Antoniali e una di Elda Lenarduzzi e Angelo Pittana.
Ha cosí composto un concerto-spettacolo che sarà presentato questa sera ai Colonos di Villacaccia per Avostanis 2016, con inizio alle 21. Assieme a Vado, chitarrista, mandolinista e tastierista, ci sono Fanny Fortunati, voce e percussioni, Alberto Sozzi, clarinetto e tastiere, l’attore Andrea Fontana e Mariangela Zabatino che dipingerà in diretta su una lavagna luminosa. Il concerto è andato in scena in novembre in Lombardia per “Teatro dei linguaggi creativi”, e poi nei Fogolârs.
L’altra sera, alla presenza di un pubblico di quattrocento persone, è stato rappresentato “Il cjant dai ucei”. Il fascino, la magia e la sonorità del canto degli uccelli. Il tordo bottaccio, l’allodola, il merlo, la cinciallegra, l’usignolo e altri uccelli, quando cantano incantano. Bravi anche i chioccolatori, che imitano questi sublimi canti. Cantanti che non andranno a calcare i palcoscenici di San Remo, ma sono meglio di alcuni presenti su quelle scene.
La musicalità, che si alza verso il cielo, diventa poesia, sfumature di colore, profumi che arrivano e si librano nell’aria. E poi i delicati suoni, emessi dal chioccolatore Camillo Prosdocimo campione europeo, a Siviglia in Spagna nel 2015, di questa antica e affascinante attività, sommati a della musica che fa da controcanto compongono un caleidoscopio musicale di sensazioni.
Il chioccolatore? È una figura che esiste ancora nel rumoroso e caotico mondo in cui viviamo? Beh, a Villacaccia sí. E il chioccolatore, con la sua abilità di imitare il canto degli uccelli con l’antico strumento, il chioccolo, ha dimostrato che quest’arte esiste e non dovrebbe mai sparire.
La rassegna del progetto integrato cultura del Friuli di Mezzo che, con i Colonos ha dato vita a un concerto nel “Tempio Vegetale” ideato da Giuliano Mauri nel 2004, ha fornito un raffinato spettacolo. Il clarinetto di Daniele D’Agaro, le percussioni di Saverio Tasca, la chitarra e il banjo di Denis Biason hanno rappresentato un’opera di Daniele D’Agaro, frutto di rielaborazione, composizione e orchestrazione di grande effetto.
Nell’ambiente magico di Avostanis 2016 tutto è all’insegna della semplicità, anche il canto degli uccelli, il suono dei musicisti e la temperatura di una fresca serata di mezza estate. “Stelutis alpinis”, da canto preghiera, nell’interpretazione di Biason, che ha trattato le corde della sua chitarra come fossero corde d’arpa, è diventata un inedito modo di proposta del celebre canto che ben si amalgamava con i sussurri canori del chioccolatore, che compariva e scompariva sul palco, con delicatezza e discrezione.
Un’esperienza musicale esclusiva e mai sentita prima. Una suite all’ora del tramonto con il trio D’Agaro, Tasca e Biason che ha creato un ponte tra musica e natura avvalendosi degli straordinari canti degli uccelli.
A quel canto gli strumenti musicali hanno risposto e creato variazioni, immergendo il pubblico in un mondo nuovo da scoprire. Strumenti che hanno trasformato le loro sonorità portandole a essere, in modo inaspettato, di una delicatezza unica. Un’ora e mezza di intrattenimento canoro di grande suggestione.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto








