I like Chopin: a Palazzolo si ritorna negli anni Ottanta con Gazebo
Il cantante in concerto sabato alle 21.30 nell’area festeggiamenti: «Sarà una serata tra romanticismo e nostalgia»

Bastano le prime quattro note di “I like Chopin” per riaccendere non solo la memoria, ma un’epoca: quegli anni’80 che nel mondo musicale sono rimasti imbattibili oltre che indimenticabili. Sabato 20, alle 21.30 nell’area festeggiamenti di Palazzolo dello Stella arriverà proprio Gazebo, per una serata di grandi hit. L’evento è organizzato dal Comitato festeggiamenti Sant’Antonio con un contributo regionale, attraverso Mattia di Big Tuna Entertainment & Booking Agency, i biglietti sono disponibili su ticketone. it. Paul Mazzolini, in arte Gazebo, oggi è anche un produttore musicale.
Che tipo di evento proporrà?
«Una serata anni’80, raccontando un po’ la storia di chi ha vissuto quel decennio che è rimasto vivo nella memoria di molti ma che sa incuriosire anche le nuove generazioni. Chi verrà sabato passerà una serata immerso in un’atmosfera allegra da trascorrere con leggerezza in cui non mancheranno un pizzico di romanticismo e di nostalgia».
Il suo nome è associato in modo indissolubile a una hit come “I Like Chopin”, che è stata pubblicata nel 1983. In Italia però, con il passare del tempo, la memoria trae leggermente in inganno: molti infatti associano quella canzone al periodo delle feste di Natale, mentre, in realtà lei la ha pubblicata prima, in estate?
«In realtà è uscita in primavera, la abbiamo presentata a maggio in un programma televisivo che si chiamava “Canzone per l’estate” ed è diventata un tormentone estivo di quell’anno. Casualmente, però, i fratelli Vanzina stavano scrivendo il loro primo “Vacanze di Natale” e avevano deciso di utilizzare una colonna sonora contemporanea: hanno voluto a tutti i costi quella canzone che, ogni anno, torna ancora ad essere riascoltata dagli appassionati del film».
Nello stesso film c’è un’altra hit che porta la sua firma, almeno per il testo.
«Sì, “La dolce vita”, che era nato come un successo estivo soprattutto in Spagna e che poi ha iniziato a girare anche in Europa con l’arrivo dell’autunno».
Eppure prima di tutto questo c’è stato un altro singolo di successo: Masterpiece
«Quella è stata la canzone che ha originato la dance– armonia italiana. Il genere italo– disco non esisteva prima, ed è partito proprio da lì, con questa novità che è diventata presto un prodotto internazionale che ha ispirato delle band come i Pet Shop Boys»
Che differenza c’è tra chi faceva musica negli anni’80 e gli artisti odierni?
»Allora si doveva essere musicisti. Non c’erano gli aiuti tecnologici che ci sono oggi. Chi si avvicinava a una carriera musicale amava la musica, la studiava, imparava a suonarla. Un po’lo stesso percorso che facevano gli appassionati di fotografia, che intraprendevano una serie di studi per poter imparare a lavorare con le macchine fotografiche. Oggi invece la tecnologia ha semplificato il processo. I personal computer e l’intelligenza artificiale fanno il lavoro, non si studia più come una volta. Ma questo non aiuta perché non si riesce più a distinguere il bello dal brutto, le melodie dalle canzoni. Eppure se c’è una melodia forte, il pezzo funziona, come dimostra il remix di “I like Chopin” che abbiamo fatto con Christian Marchi».
E oggi, da produttore, come si fa la musica?
«È tutto più complicato. I parametri di una volta sono tutti sorpassati. Ormai la diffusione delle canzoni passa attraverso internet e i talent show: è tutto confuso ed è anche più difficile raggiungere il grande pubblico come avveniva anni fa». —
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