Grandi pianisti a Udine: Solokov e Argerich così uguali, così diversi
Alla faccia di Sanremo. È sempre più frequente la presenza di pianisti straordinari nella nostra Regione. Vere e proprie leggende che vengono a deliziarci con il loro inarrivabile talento. Questa volta stiamo parlando di due massimi pianisti del repertorio classico: Grigory Sokolov e Martha Argerich, passati a Udine e dintorni per inaugurare come meglio non si poteva il mese musicale di febbraio. Il primo al Teatro Bon di Colugna, la seconda al Teatro Giovanni da Udine. Sold out, pubblico in visibilio. Due monumenti del pianoforte, così uguali e così diversi tra loro. Sbirciamo un po’ per cogliere ciò che li accomuna e li distingue.
Lui più giovane di lei di nove anni, a parte questi dati anagrafici, hanno entrambi origini ebraiche. Sokolov dal padre e Argerich dai nonni materni. Hanno dovuto subire non poche angherie per suonare liberamente nel mondo, tanto che Martha ora ha la cittadinanza svizzera e Sokolov vive in Italia, decidendo di esibirsi solo in Europa. Si sono consacrati precocissimi, vincendo i più rinomati concorsi pianistici: il "Tcajkovskij" per Sokolov e doppietta per Argerich: il “Ginevra” e il “Busoni”. Tutti e due a sedici anni. Hanno studiato con i massimi didatti e concertisti del loro tempo e condividono buona parte del repertorio, quello dei grandi pianisti. Curiose anche le differenze, la nota distintiva del loro carattere, quindi del loro pianismo. Da diverso tempo la "leonessa del pianoforte" non si esibisce più in recital solistici, ma solo in concerti con orchestra o ensemble da camera. Una questione “chopiniana” di ansia da palco. Sokolov al contrario, da anni si esibisce esclusivamente in concerti solistici. Solo lui, il “Dostoevskij del pianoforte”. Lei non disdegna le incisioni e la sua discografia è immensa. Lui invece registra pochissimi concerti live, solo alla presenza del pubblico. Ha poi una vita regolarissima, fatta di abitudini inderogabili. Lei invece è imprevedibile e preferisce vivere e lavorare di notte. Li riavvicina un unico e grande amore: il pianoforte. E tre qualità necessarie, come direbbe Mozart, per un buon pianista: “la testa, il cuore e le dita”. Loro all'ennesima potenza.
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