Grandezza nel dolore di vivere: 110 anni fa nasceva Cesare Pavese

matteo lo prestiIl 9 settembre 1908 nasceva a Santo Stefano Belbo Cesare Pavese, uomo di straordinaria intelligenza, di profonda cultura, di inquietante abilità creativa e di commovente, incredula...

matteo lo presti

Il 9 settembre 1908 nasceva a Santo Stefano Belbo Cesare Pavese, uomo di straordinaria intelligenza, di profonda cultura, di inquietante abilità creativa e di commovente, incredula incapacità a sopportare i dolori del vivere quotidiano.

A rendere significativi i molti anni che ci separano di questa data, occorre ricordare il filosofo francese Henri Bergson che, consapevole degli istanti inesorabili che il quadrante dell’orologio accumula, preferiva dare risonanza alla qualità del tempo della nostra interiorità. Al tempo della coscienza che costruisce un dialogo nel quale la nostra interiorità vive il presente con la memoria del passato, per assaporare meglio il nostro vissuto.

Per questo Pavese nei tormenti della sua biografia e delle suggestioni fondamentali costruite nella letteratura italiana, è un nostro vigile e austero contemporaneo.

Orfano di padre a sei anni,studiò al liceo D’Azeglio di Torino insieme a Massimo Mila,Tullio Pinelli (sceneggiatore di Fellini), Norberto Bobbio, Vittorio Foa, Leone Ginzburg alunni di quell’Augusto Monti che finì, durante il fascismo in galera con i suoi alunni.

Si laureò(1930) con una tesi sul poeta americano Walt Whitman, sfuggendo alle censure fasciste. Per avere prestato il suo indirizzo torinese a Tina Pizzardo, cospiratrice antifascista, di cui era innamorato, finì al confino (1935) a Brancaleone Calabro. Al ritorno alla stazione gli dissero che la Pizzzardo si era sposata. Pavese collassò sul marciapiede della stazione.

La letteratura americana divenne sua passione.Tradusse Melville e il suo Moby Dick, la balena bianca, aprendo alla vita letteraria italiana scenari sconosciuti. Aiutò la sua alunna Nanda Pivano a tradurre l’antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.

Amico di Giulio Einaudi lo aiutò nella fondazione della casa editrice. Lavorava incessantemente, ebbe contrasti ideologici all’interno della casa editrice per la sua indipendenza di pensiero. Durante la guerra fu nascosto nel collegio dei padri Somaschi di Casale Monferrato, in amicizia con il padre Giovanni Baravalle che gli fece vivere emozioni religiose. Scrisse romanzi di grande spessore La luna e i falò, Feria d’Agosto, il Compagno. Le donne furono il suo tormento come risulta dalle Lettere e dal suo straziante diario pubblicato postumo il “Mestiere di vivere”. Nel 1950 vinse il premio Strega. Innamorato di Costance Dowling,modesta attrice Usa , in un rapporto infelice (“ Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”), Pavese viveva tormenti creativi nei quali il volume Dialoghi con Leucò appare come l’ epilogo di una vena creativa arrivata all’ estrema asciuttezza. Si suicidò con venti bustine di sonnifero il 27 agosto 1950. Aveva telefonato la sera prima alla Pivano e ad altre amiche per avere compagnia. Tutte si negarono. Sulla copertina dei Dialoghi scrisse: “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”. Nessuno aveva capito i suoi dolori strazianti. —



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