La galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo riapre le porte con le opere di Zigaina

La struttura torna operativa con un nuovo open space. Due le esposizioni, la prima sarà sul maestro friulano

Franca Marri
Un’opera di Giuseppe Zigaina: Studio per Mio padre l’ariete (1980)
Un’opera di Giuseppe Zigaina: Studio per Mio padre l’ariete (1980)

Con due nuove esposizioni e un nuovo grande open space che recupera l’ambiente lasciato vuoto dalla Biblioteca civica, riapre al pubblico la Galleria regionale d’arte contemporanea Luigi Spazzapan di Gradisca d’Isonzo, dopo una serie di importanti lavori strutturali che l’hanno rinnovata e migliorata sul piano funzionale.

Organizzate da Erpac Fvg, le due mostre che si inaugurano questa sera alle 18, sono “Zigaina in dialogo” in collaborazione con CSAC – Università di Parma, a cura di Lorenzo Michelli e Vanja Strukelj e “Un secolo di disegno italiano” a cura di Andrea Bruciati. In questa nuova riapertura si è voluto ripartire dall’opera di un maestro protagonista della pittura del secolo scorso che ha avuto un ruolo importante nella nascita della stessa Galleria Spazzapan, e dal disegno come luogo di sperimentazione, confronto, apertura verso nuovi scenari.

Ponendosi in continuità con le manifestazioni di “Zigaina100”, a un decennio dalla scomparsa dell’artista, la prima mostra si articola in due momenti: in “Dialogo 1” viene rievocata la rassegna “Zigaina opera grafica 1947-1972” curata da Giuseppe Marchiori nel 1973, allestita a Gradisca d’Isonzo nelle sale di Palazzo Torriani, dove qualche anno dopo si sarebbe inaugurata la Galleria Spazzapan.

Attraverso un nucleo significativo di disegni in gran parte corrispondenti a quelli proposti nel ‘73, immagini fotografiche e documenti conservati nell’archivio della Galleria e nell’archivio Zigaina, viene ricreato un clima e un contesto culturale oltre che una mostra alla cui inaugurazione parteciparono Pier Paolo Pasolini, Alida Valli, Pasquale Festa Campanile, Marcello Mascherini, solo per citare qualche nome.

Al piano superiore “Dialogo 2” propone per la prima volta al pubblico l’intera collezione di opere donate dall’artista nel 1994 al Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma fondato da Arturo Carlo Quintavalle. Proprio dall’incontro tra Zigaina e Quintavalle avvenuto a metà degli anni Ottanta, nasce quel “dialogo” che porterà il pittore a rileggere il suo percorso artistico quale viene raccontato nelle opere selezionate per la donazione. Tra gli oltre 100 pezzi esposti, spiccano il dipinto “Uomini che uccidono cavalli” del 1948, esemplare di una serie dove l’artista medita sulla lezione di Paolo Uccello alla luce di un linguaggio postcubista, gli studi per le scenografie del “Convitato di pietra” di Aleksandr Sergeevič Dargomyžskij andato in scena al Teatro Verdi di Trieste nel marzo del 1969 e ancora tante grafiche che testimoniano il suo ritornare più e più volte su alcuni nuclei figurativi, tematici, simbolici, rappresentati dalla farfalla notturna, le nuvole, le ossa, le astronavi/cervello, i lampi che percorrono il cielo, la figura del padre. L’ultima sala dà spazio a dipinti anche di grandi dimensioni come lo spettacolare “Improvvisamente nel cielo” del 1986: immagine visionaria e potentissima di un mondo capace di unire laguna e campagna, natura e universo, mistero e vita, nel segno e nel colore.

Nel nuovo “SpazioLab” in via Bergamas, concepito quale luogo per incontri, progetti sperimentali e attività didattiche della Spazzapan, la mostra sul disegno italiano propone una cinquantina di opere su carta provenienti da collezioni private, di autori come Vincenzo Agnetti, Stefano Arienti, Enrico Baj, Vanessa Beecroft, Alighiero Boetti, Carlo Carrà, Maurizio Cattelan, Filippo De Pisis, Leonor Fini, Lucio Fontana, Giorgio Morandi, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Carol Rama.

Raccolti in gruppi tematici, offrono la possibilità di attraversare un secolo di creatività artistica, dai primi decenni del Novecento fino alle ricerche più attuali, osservando l’arte nel suo farsi e nel suo divenire.

Entrambe le mostre rimarranno aperte fino al 28 febbraio 2026

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