Foto inedite della Grande Guerra sull’ospedale da campo a Fauglis

Oggi nel palazzo della Regione a Trieste i 27 scatti ritrovati nella biblioteca di Bari Mercoledí la rassegna del Craf sul viaggio in Friuli del linguista Paul Scheuermeier

Fabiana Dallavalle

Due mostre espositive volute dall’Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia nel segno della consolidata tradizione di ospitare rassegne collegate al tessuto culturale, artistico e storico regionale: la prima sarà inaugurata oggi, alle 13.30, la seconda mercoledì, nella sede di piazza Oberdan a Trieste. Lo spirito che anima tali appuntamenti è quello di continuare a fare della “casa della comunità regionale” il luogo in cui energie e fermenti culturali e artistici del territorio trovano valorizzazione, impegno al quale il presidente del consiglio Piero Mauro Zanin vuole dare slancio promuovendo così la confidenza dei cittadini con le istituzioni e il dialogo con le realtà locali.

La mostra che apre oggi (visitabile fino al 31 ottobre), intitolata “Fauglis nella Grande Guerra: l’ospedale da campo n. 211” con le illustrazioni fotografiche della Prima Guerra mondiale tratte dal Fondo della Biblioteca nazionale di Bari è curata dall’Associazione culturale e ricreativa di Fauglis e dall’Associazione storico culturale Stradalta di Gonars. Punta l’obiettivo sugli ospedali militari, raccontando pagine della storia della sanità militare che proprio in Friuli ha visto svilupparsi tra il 1916 e il 1918 la straordinaria esperienza dell’Università castrense con la fondazione a San Giorgio di Nogaro di una Scuola medica da campo. Un frammento di storia restituito dal ritrovamento di un album fotografico conservato alla Biblioteca di Bari che raccoglie 27 fotografie scattate nell’ottobre 1916 dal parlamentare del Regno Raffaele Cotugno.

Porta invece la firma del Craf l’imponente esposizione “Paul Scheuermeier: Friuli e Istria 1922”. Contestualmente all’inaugurazione (apertura fino all’8 novembre), sarà anche presentato il catalogo curato dallo storico della fotografia Gianfranco Ellero, vicepresidente del Centro spilimberghese di ricerca e archiviazione. Si tratta di 150 fotografie realizzate dal linguista Scheuermeier, nel suo viaggio a Nord Est quando l’Istria era italiana, come ricercatore di parole dialettali per la costruzione dell’Atlante linguistico dell’Italia e della Svizzera meridionale (Ats).

«I dialetti – scrive Ellero nel catalogo – non sono soltanto dei codici per comunicazioni tecniche; sono “luoghi abitabili” che creano sentimenti di appartenenza a piccole realtà territoriali e sociali, ma palesano legami con grandi quadri linguistici e culturali».

Quella di Scheuermeir fu una impresa eroica, un’avventura umana e intellettuale che si intersecò con quella di Ugo Pellis, presidente della Società filologica friulana e a sua volta futuro raccoglitore dell’Atlante linguistico italiano (Ali) nato nel 1924 proprio su iniziativa della Filologica.

Le foto esposte fanno parte di un monumentale repertorio di immagini accumulato in tempi diversi dai due linguisti ricercatori diventati fotografi per la necessità di rendere chiara la corrispondenza fra parola e oggetto: 3999 ne scattò Scheuermeier per l’Aia; 7156 il Pellis per l’Ali.

Per entrambe le mostre l’ingresso è libero, dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30; il venerdì dalle 9.30 alle 13. La mostra “Paul Scheuermeier: Friuli e Istria 1922”, allestita negli spazi dei passi perduti adiacenti l’aula consiliare sarà visitabile anche nelle giornate di sabato e di domenica dalle 10 alle 13. —



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