Fargetta: «I nostri magnifici e ritoccati anni ’90»

Ieri sera l’affollatissimo “DeeJay Time” con Albertino, Molella e Prezioso

UDINE. Tornare giovani è un secondo, questione di elettrostimolatori. Sì perché se il miglior catalizzatore di ricordi è la musica, stimolo ideale per far impollinare la mente dal passato, l’elettronica rappresenta il genere cult di un decennio che ha fatto fiorire le serate più belle. O meglio i pomeriggi, quando in radio andava in onda il DeeJay Time. E l’Italia più giovane si fermava. E le abitudini non sono cambiate, con un padiglione 6 dell’Ente Fiera stracolmo ieri sera per lo show dei deejay che hanno fatto la storia del programma. Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso hanno aperto il loro carillon per il “DeeJay Time In Tour”, ennesima scommessa vinta per “Udine in Musica”.

E a parlare per i quattro moschettieri della dance italiana è stato Mario Fargetta. Partiamo dalla fine, da una reunion che macina successi, un po’ come tornare agli anni 90. «Diciamo di sì, anche se si tratta di un restyling perché proponiamo ai nostri fedelissimi la musica del passato corretta con versioni moderne. Ma lo spettacolo non è sicuramente uno show anni 90: ci siamo adeguati ai canoni di oggi con contributi visuali e pirotecnici».

E cos’è cambiato da quegli anni a oggi?

«Musicalmente devo dire che se il pubblico si diverte ancora con le nostre tacce probabilmente è perché non ci sono brani in grado di coinvolgere. Certo tecnicamente e professionalmente le canzoni sono migliorate».

Ma i Novanta rimangono i Novanta

«Un periodo intoccabile, sono stati anni fantastici dove anche i produttori italiani hanno avuto un grande successo all’estero».

E pensare che lei da giovane poteva fare il calciatore.

«Quando posso due calci al pallone li tiro ancora volentieri. Ma preferisco aver scelto questa strada: alla mia età neanche avrei fatto l’allenatore, mentre come dj e produttore sono ancora in pista».

Poi lo sbarco a Radio DeeJay.

«Non potrò mai dimenticare il periodo in cui sono entrato a Radio DeeJay, avevo toccato il cielo con un dito. Arrivare lì, accanto ai più bravi, per me era un sogno».

Tra i successi da solista e la carriera da produttore sembra si possa puntare ancora sulla musica.

«Certo, anzi da un paio d’anni c’è stato un gran ritorno, forse perché si assiste finalmente a una regolamentazione completa. È vero, rimangono i download illegali, ma ormai il digitale protegge produttori e autori».

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