Dove riposano i longobardi: le mappe

La collana dei Supplementi del Journal of Ancient Topography si arricchisce di un nuovo, fondamentale volume, la “Carta archeologica del territorio di Forum Iulii”, accuratissimo studio (di taglio essenzialmente topografico) che porta la firma del professor Sandro Colussa, noto archeologo cui si devono anche precedenti, preziosi contributi. Realizzato con il supporto della Provincia di Udine e della sezione cividalese dell'Associazione Amici dei musei, archivi e biblioteche, il tomo sarà presentato al pubblico domenica 22 aprile, alle 18, nel salone del Museo archeologico nazionale della città ducale, alla presenza di Giovanni Uggeri, professore emerito all'Università La Sapienza di Roma e direttore della Rivista di Topografia Antica, e di Stefano Magnani, docente all'ateneo di Udine.
L'area oggetto d'indagine si sviluppa su una superficie di circa 88 chilometri quadrati e abbraccia parte dei Comuni di Cividale, Moimacco, Remanzacco, Premariacco, Buttrio, Manzano, Corno di Rosazzo e Pradamano: obiettivo della ricerca, basata su elementi archeologici, appunto, archivistici e cartografici, era approdare a una scrupolosa localizzazione dei dati emersi nel tempo, partendo dalle pionieristiche campagne eseguite, fra il 1817 e il 1826, dal canonico Michele della Torre. Grazie alla collaborazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia è stato possibile includere nel lavoro pure tutti i ritrovamenti recenti, sostanzialmente fortuiti in quanto conseguenti allo svolgimento di opere pubbliche. «Sono state illuminate - scrive Uggeri nella prefazione - fasi antropiche finora completamente trascurate, come quelle dei periodi preistorici (Paleolitico Medio, con industria litica musteriana, Mesolitico, Neolitico, Eneolitico ed Età del Bronzo, testimoniata da castellieri e tombe a tumulo) e dell'Età del Ferro». Discorso analogo vale per la fascia tardo antica e per l'alto medioevo, in relazione al quale sono state segnalate numerose tombe posizionate negli edifici romani in abbandono nonché una decina di chiese; sono inoltre documentate sepolture di età longobarda, relative all'arco 568/776. Per compilare l'enorme mappa Colussa ha utilizzato svariati strumenti, dalle vecchie fotografie aeree e dalla cartografia storica agli atti notarili, che hanno aiutato a individuare i passaggi delle proprietà terriere e a indicare con precisione i siti dei ritrovamenti, anche sporadici e dunque di difficile collocazione. «L'autore - rileva ancora Giovanni Uggeri - non si è limitato a raccogliere e sistemare scrupolosamente tutta questa mole di informazioni, tanto eterogenee: ha cercato pure di interpretarle criticamente, per inquadrarle in maniera organica e innovativa nel contesto ambientale, funzionale e cronologico. I risultati più interessanti - prosegue - riguardano l'età romana: il fitto insediamento di tale epoca presenta soprattutto ville rustiche, con planimetrie variamente articolate, e piccoli insediamenti rurali, dotati anche di strutture produttive, come le fornaci per la realizzazione di laterizi. Pochi e incerti gli edifici di culto; disseminati in rapporto all'insediamento i sepolcreti».
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