De Luca e il processo in vista: «Mi difenderò con un libro»
PORDENONE. È a Pordenone per proseguire "la villeggiatura", tale è il divertimento e il piacere che gli procura il progetto "La musica provata" scelto da Pordenonelegge per chiudere il festival.
Erri De Luca, lo scrittore che forse piú di ogni altro, nel nostro Paese, ha riportato alla luce la magia delle parole che si fanno suono e del suono che si fa parola, se la gode davvero un mondo al pensiero che poco piú tardi salirà sul palco di Cinemazero, insieme a due musicisti di rango come Stefano Di Battista e Nicky Nicolai, accompagnati dal chitarrista Lucio Bardi.
Ma il pensiero non può non andare al De Luca combattente, all'uomo e intellettuale che il 28 gennaio sarà processato, nelle aule del tribunale di Torino per "istigazione alla violenza e al sabotaggio", punibile con la reclusione da uno a cinque anni.
La sua colpa? Aver dichiarato all'Ansa che «la Tav va sabotata». Una vicenda che ha scosso la cultura e l'Italia intera, scese in campo a suo sostegno, per difendere la libertà d'opinione.
Ebbene, ieri De Luca ha dichiarato che prima del processo uscirà per Feltrinelli un suo pamphlet, "La parola contraria" (costerà soltanto 4 euro, neanche 5, "così uno rimane per il caffè") che è in sostanza la sua "difesa letteraria". Per rivendicare "non tanto il diritto di parola quanto il dovere.
Il dovere di schierarsi, di intervenire. Altrimenti la mia parola privata sarebbe più debole, il mio vocabolario si ammalerebbe".
Dell'aspetto musicale di "La musica provata", una vera e propria autobiografia musicale (libro e dvd, prodotto da Oh!Pen Italia) Stefano Di Battista, "sassofonista giramondo" ai vertici del jazz mondiale e Nicky Nicolai, voce inarrivabile del jazz italiano, ne parlano come di un'esperienza di grande naturalezza, bellissima. "Perché Erri è un vero jazzista - dichiara Di Battista - nel senso descritto da Elvin Jones, il batterista di John Coltrane. Una volta in aereo, quando gli chiesi che cosa fosse il jazz, mi disse di guardare fuori dall'oblò, e quel vuoto pieno di colori e forme informi che vedevo… quello era il jazz.
Ecco, in questo senso Erri De Luca è un jazzista." E racconta dei pomeriggi a far prove nel suo scantinato ("anzi - precisa De Luca, recuperando tutta la sua napoletanità - lo scandinavio, per dirla alla Totò), come i ragazzini, proprio sotto il ristorante del fratello di Di Battista, tappa inevitabile a chiusura delle prove. "Parole e versi di una naturalezza così spontanea che neanche ci si accorge di cantare" gli fa eco Nicki Nicolai, che confessa di non aver dovuto affatto ricorrere alle sue doti vocali per un'incisione che si è svolta con una scioltezza sorprendente.
Va anche detto che c'è parecchio Friuli nell'autobiografia musicale di Erri De Luca: "Le sere nella stanza -officina di Mauro Corona, a Erto, ho cantato al suono dell'armonica a fiato suonata da lui. Come l'aveva imparata, gli chiesi la prima volta? La davano di plastica a tutti i bambini". E scrive di una miseria di fanciulli che aveva sempre il posto per "l'armonica, la fionda e il coltello".
Come nello scatto di Danilo De Marco che lo ritrae a Sarajevo insieme a Izet Sarajli?, poeta scomparso nel 2002, "più che amico un fratello", come Sarajli? definiva il loro legame, i cui versi compaiono nella biografia musicale di Erri De Luca, "così ho potuto nominarlo spesso sulle pedane salite a raccontare storie".
Dopo Pordenone "La musica provata" arriverà su molti altri palcoscenici, provando anche in altri luoghi a ricostruire la "musicalità della parola". "Le mie storie sono raccontate da un io narrante - conclude De Luca - che deve avere una cadenza ritmica. Seguo una voce che ha i suoi fiati, le sue pause. La scrittura è per me come uno spartito sonoro che ho in testa".
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto