Dalla Snia a Torviscosa Un battesimo mussoliniano

Migliaia di persone a Torre di Zuino accolsero il Duce, in arrivo da Udine  Il 21 settembre 1938 inaugurò il nuovo stabilimento e la città cambiò nome

Francesca ARtico

Il 21 settembre 1938 il Duce arrivava a Torre di Zuino per inaugurare i nuovi stabilimenti della Snia Viscosa, finalizzati alla produzione di cellulosa destinata alla fabbricazione dei tessili artificiali.

Fu l’inizio di una giornata storica. Dopo soli 320 giorni, in tempi record, lo stabilimento veniva aperto al pubblico dall’allora capo del governo italiano, Benito Mussolini. Con lui c’era Franco Marinotti, presidente della Saici e amministratore delegato di Snia Viscosa.

Lo stabilimento, le piazze, i viali e le strade del paese erano addobbati con grandiosi stendardi, mentre la bandiera tricolore faceva bella mostra di se sulle finestre delle case. Fiumane di gente arrivata da ogni dove con corriere e in treno avevano invaso la cittadina: tra di loro le rappresentanze degli stabilimenti Snia di tutta l’Italia e le autorità dei comuni del territorio.

Alle 10.30, proveniente da Udine, il dittatore, in piedi a bordo della sua macchina, entrò in città, percorrendo le vie al grido di «Duce Duce».

Passando davanti alla chiesa salutò romanamente i due parroci. Passò nei nuovi locali delle scuole – asilo – palestra, visitò prima i novantasei bimbi di asilo e poi, passando tra le varie aule, incontrò gli alunni delle scuole, raccolti per la circostanza. Osservando questi giovinetti, li definì “denutriti”. Seduto in auto si recò nello stabilimento, passando per il grandioso viale della Giovinezza.

All’uscita dalle scuole erano schierati alcuni balilla col moschetto e il loro ufficiale. Mentre il Duce visitava e inaugurava lo stabilimento, le sei mila persone, tra invitati ed operai delle varie imprese e ditte, si raccoglievano davanti alla tribuna appositamente eretta di fianco al Palazzo degli Uffici.

Alle 11. 30, il dittatore col suo seguito, salì in tribuna. Aveva alla sinistra Marinotti, delegato generale della Società Snia Viscosa, alla destra l’onorevole Starace, il seguito, dietro di lui. Uno squillo di tromba non bastò per ottenere silenzio: fu lo stesso Mussolini a placare il vociare del pubblico. Marinotti diede inizio ai discorsi raccontando la nascita e la costruzione della stabilimento, sotto gli occhi compiaciuti del Duce.

Poi prese la parola Mussolini, che esortò la folla con il suo discorso. «Soltanto pochi mesi orsono, questo territorio aveva l’aspetto di una landa semideserta; dopo pochi mesi di lavoro è sorto uno stabilimento che si può annoverare tra i più grandiosi d’Italia e forse del mondo. Io addito al vostro plauso ed al plauso di tutti il camerata Marinotti: egli ha seguito le mie direttive da fedele e intelligente soldato».

La stampa diede allora ampio spazio all’avvenimento sottolineando la lungimiranza del Duce, il genio italico e le grandi capacità tecniche e operative della Snia Viscosa che è riuscita a dare soluzione al problema della cellulosa nazionale utilizzando come materia prima una pianta annuale: la canna comune (Arundo Donax). La canna per avviare lo stabilimento venne fatta arrivare con una serie di convogli fluviali.

Due date restano impresse nella mente: il 13 settembre, quando vengono prodotti i primi fogli di cellulosa e il 21 settembre 1938, quando il Duce inaugura il nuovo stabilimento e la nuova città.

I programmi sono rispettati, l’Italia ha la sua cellulosa.

È la conclusione trionfale della prima fase di un complesso percorso autarchico iniziato dalla Snia alcuni anni prima e che ha visto in poco tempo realizzare sia il primo ciclo degli impianti che alcuni degli edifici più rappresentativi della nuova città dell’autarchia.

Negli ambienti del regime, per la nuova città, si stava facendo il nome di Friulia, nome più fascista di Torre Viscosa ed in linea con i nomi delle altre città di fondazione dello stesso periodo: Sabaudia, Littoria, Aprilia, Pontinia, Pomezia, Segezia, Carbonia, e altre.

Nel 1940, due anni dopo, Torre di Zuino diventava comune e prendeva il nome di Torviscosa. –





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