Da don Bellina a Pasolini, il Friuli celebra i suoi “eretici”

UDINE. In tempi di pensiero unico piú o meno dominante, come quelli che caratterizzano il mondo nostro globalizzato, l’eresia come pensiero divergente può significare àncora di salvezza al conformismo e all’univocità di modelli e comportamenti. E cosí viene letta e proposta da “In file”, la stagione “invernale” dei Colonos, intitolata appunto “Libars di jessi eretics”.
«Ogni epoca – spiega il direttore artistico della manifestazione, Federico Rossi –, si trova a fare i conti con l’eresia, che intercetta temi vitali come quello della resistenza a ogni forma piú o meno occulta di dominio, della libertà di pensiero e di espressione, del pluralismo come antidoto alla palude dei luoghi comuni e dei pregiudizi, e oggi soprattutto come risposta ai rischi del pensiero unico insiti nel processo inarrestabile della globalizzazione. Valori, che dal punto di vista etico, sociale, culturale e politico intersecano la vita di tutti e che peraltro in questi giorni sono tornati di tragica attualità».
Si parlerà di storie e persone ”contro” nel nostro Friuli, lette alla luce delle urgenze dell’oggi, per ribadire, ancora Rossi, che «l’essere eretici non è un optional da bastian contrari, ma una condizione necessaria nel modo di pensare e di vivere, che si alimenta attraverso la curiosità, il pensiero critico e creativo, la ricerca di nuovi orizzonti, con lo stesso fuoco che animava il mugnaio Menocchio quando all'inquisitore rispose che “desiderava che fusse uno mondo nuovo”».
«Come spesso succede ai Colonos – gli ha fatto eco uno dei curatori, Angelo Floramo –, la storia del Friuli diventa uno specchio per gettare luce sull’intera Europa. A cominciare, a esempio, dal concetto di “sotan”, cosí caro a tanta retorica e semplificazione interpretativa della storia e dell’antropologia friulane, che viene rivisto proprio alla luce di quel bisogno e desiderio di essere diversi, di essere controcorrente, piú che sottomessi e/o rassegnati».
Come nel caso di don Bellina, cui è dedicata la prima serata di venerdí 23 gennaio. «Ci pareva giusto cominciare da lui, un prete eretico, per la sua capacità carismatica di sofferenza e metabolizzazione del presente e delle diacronie interne alla chiesa cui lui apparteneva in modo anche convinto. Lo ricorderà, don Romano Michelotti, che ha ereditato da don Bellina, la guida di Glesie furlane».
Secondo appuntamento con la “Storia eretica del Friuli” «un contrappunto tra me e Marco Maria Tosolini, tra storia e storie di ribellione, che sono state numerose nel corso dei secoli e vicende musicali altre».
Seguiranno due incontri al cui centro c’è un anarchico spagnolo, Lucio Urtubia Jiménez, «un Robin Hood della Spagna franchista, che depredava le banche per redistribuire la ricchezza tra il popolo: ci è sembrata figura emblematica, anche alla luce dell’oggi, dello strapotere della finanza e di una macroeconomia gestita dalle banche».
Di estrema attualità le serate del 20 febbraio, “Salds onescj e...islamics”, sul fenomeno poco conosciuto della conversione all’Islam durante le guerre balcaniche del ‘500 di diversi soldati friulani della guarnigione di Palmanova, raccontato dalla storica Giuseppina Minchella, e quella del 6 marzo, “Pipins eretics” (Fumetti eretici), con due disegnatori di casa nostra, «due ribelli in punta di matita molto “cattivi»: Sara Pavan e Pietro Nicolaucich”.
Immancabile Pasolini, di cui verrà ricordato con un concerto di musiche di Bach e Mozart il film “Vangelo secondo Matteo”, all’epoca, nel 1964, considerato eretico. «In tempi come questi in cui tutto sembra essere improntato a lacerazioni, contrapposizioni e bieca omologazione – conclude Floramo – riscoprirsi eretici vuol dire ritrovare la freschezza di un’immagine personale diversa, da difendere sempre». Durante gli incontri di In file, si potrà visitare la mostra, “Eretici di oggi, Nove presenze” di Danilo De Marco.
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