Claudio de Maglio: «Il mio inchino a Shakespeare con l’incanto del cinema»

Il direttore dell'accademia Nico Pepe presenta “Will we love” domani sera al Nuovo di Udine «Ritengo che l’opera del Bardo sia una palestra incredibile per gli allievi»

UDINE. Il countdown è prossimo allo zero. Ancora qualche giro veloce di lancette e lo spettacolo teatrale, Will we love - William Shakespeare tra vita arte e amore, si mostrerà domani sera alle 20.45 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

La messinscena coinvolge gli allievi attori della Civica del terzo anno di corso: Caterina Bernardi, Angelica Bifano, Jacopo Bottani, Carlo Dalla Costa, Federica Di Cesare, Massimiliano Di Corato, Gilberto Innocenti, Clara Roberta Mori, Luca Oldani, Davide Pachera, Stefano Pettenella, Miriam Russo e gli allievi del II anno di corso: Susanna Acchiardi, Alessio Bagiardi, Danilo Berardino, Francesca Camurri, Enrico Caroli Costantini, Stefano Maria Iagulli, Elisabetta Raimondi Lucchetti, Jacopo Morra, Giacomo Gianluca Stallone, Maria Luisa Zaltron.

Firma la regia, il direttore Claudio de Maglio che anticipa: «Ho scelto Shakespeare per un senso di gratitudine verso il Bardo nei 400 anni dalla sua morte. Gli devo molto, essendomi più volte confrontato con i suoi drammi e non potevo cavarmela senza riservargli un doveroso omaggio. Ho preso in considerazione Giulietta e Romeo, I due gentiluomini di Verona, La dodicesima notte, tre testi che considero particolarmente interessanti per i giovani futuri attori della Nico Pepe».

Il richiamo alla musica e al canto è costantemente presente nel testo, tanto che assume una funzione strutturale della performance che presenterà attraverso gli interventi corali, una funzione di cornice e connettivo fra le scene.

La coralità è anche nella composizione dello staff di docenti della Nico Pepe che ha affiancato il regista, Marta Bevilacqua per la danza e Marco Toller per la musica e il canto.

«Ho trovato un forte coinvolgimento attraverso un confronto più trasversale e paradossalmente manifesto, dichiarato – aggiunge De Maglio - mi sono tornate alla mente le intense suggestioni che mi aveva trasmesso Shakespeare in love».

In effetti dalle suggestioni del film sono entrate nello spettacolo non è solo il rapporto arte-vita. Si mostra come la realtà di un artista sia uguale a quella di tutti gli altri esseri umani e cioè una mescolanza di momenti bui e luminosi, una continua lotta per la sopravvivenza e per trovare un posto nel mondo. Shakespeare fu obbligato a dover fare i conti con elementi materiali come il denaro, la competizione, il bisogno di amore.

«E poi questa pièce ci ricorda che il bisogno di innamorarsi è ciò che dà sapore alla vita e la rende degna di essere vissuta – conclude de Maglio. Ritengo che l’opera del Bardo sia una palestra incredibile perché, offre la chance di misurarsi con il sempre intrigante gioco di teatro nel teatro e attraversa vari generi offrendo uno spaccato in cui tutti registri drammaturgici e interpretativi sono rappresentati: il popolare, il tragico, l’umoristico, l’avventura, si alternano a momenti di respiro epico e narrazione».

La messa in scena, frutto del lavoro di molti professionisti vede la consulenza linguistico - storica a cura di Taira Savio, le scenografie di Claudio Mezzelani, il disegno luci di Stefano Chiarandini, i costumi di Emmanuela Cossar.

Lo spettacolo di debutto si avvale del sostegno degli enti che fiancheggiano l’attività della Nico Pepe a cominciare dai partners istituzionali quali il Comune di Udine, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, e il Mibact ai quali si affianca con il suo prezioso sostegno la Fondazione Crup.

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