«Che frustrazione non aver risolto il caso»

Anni di indagini accuratissime non sono serviti a smascherare l’assassino. L'impegno dei migliori investigatori friulani e persino dell’Fbi americana non è bastato per dare un volto a chi mise il...
Tolmezzo 03 Agosto 2011 cc copyright PFP
Tolmezzo 03 Agosto 2011 cc copyright PFP

Anni di indagini accuratissime non sono serviti a smascherare l’assassino. L'impegno dei migliori investigatori friulani e persino dell’Fbi americana non è bastato per dare un volto a chi mise il veleno nella bottiglia che uccise Richard Nolan Gonsalves. E a tanti anni di distanza quell’indagine lascia ancora insoddisfazione nel magistrato udinese Giancarlo Buonocore (nella foto) che cercò in tutti i modi di far emergere la verità. «In quell’inchiesta ho speso tutte le mie energie – ricorda oggi il magistrato – e, sebbene abbia la coscienza tranquilla, rimane la frustrazione di non aver chiarito il caso. Per me rimane una sconfitta». Gli fanno sicuramente piacere i complimenti ricevuti dallo stesso padre della vittima che ha sempre ringraziato il pm per lo sforzo profuso e per il livello delle indagini («io e la mia famiglia siamo completamente soddisfatti del profondo lavoro svolto dal dottor Buonocore e dagli investigatori italiani e americani e li ringraziamo per tutto ciò» ha ripetuto pochi giorni fa Robert Gonsalves, padre di Richard) , ma non aver risolto il giallo pesa tremendamente. «Non sono stato in grado di arrivare a un risultato, sebbene ci fu la percezione di una realtà verosimile. Ma alla fine non ci sono stati elementi a sostegno di questa tesi, come spiegai nella richiesta di archiviazione». Il magistrato si riferisce (come spieghiamo in questa stessa pagina) a una sorta di messinscena che potrebbe essere sfuggita di mano alla suocera di Richard. Come tutti i casi di omicidio irrisolti resta però sempre socchiusa una porta. L'inchiesta non è mai definitivamente chiusa. Se un giorno dovessero emergere elementi nuovi, si potrebbe sempre riprendere in mano quel fascicolo “polveroso” per cercare di arrivare finalmente alla verità. (a.l.)

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