Callas e Pier Paolo a Grado: cinquant’anni fa “Medea” oggi la mostra con inediti

Francesca Agostinelli
Era il 1969 quando Pasolini giungeva a Grado per girare alcune scene del film Medea. Con lui arrivava un cast d’eccezione composto dal campione del mondo di salto triplo Giuseppe Gentile (il bel Giasone) da Laurent Terzieff nei panni del Centauro; ma soprattutto c’era lei, la “divina” Maria Callas, nelle vesti di Medea, la maga. Ad accoglierli c’era il pittore Giuseppe Zigaina, amico di Pasolini, che nel ruolo di Anfitrione tutto rendeva possibile a una troupe composta di oltre sessanta elementi.
Era luglio, l’estate era caldissima e l’uomo andava sulla luna, Grado viveva una stagione irripetibile. Si girò per 9 giorni, si consumarono 11 chilometri di pellicola, si lavorò oltre 12 ore al giorno e alla fine Pasolini, con quei 14 minuti del film, consegnò la laguna e il suo ambiente anfibio alla storia del cinema internazionale.
Il comune di Grado, rilancia il binomio Grado-Medea e organizza per l’anniversario una mostra curata da Massimo De Grassi e da chi vi scrive, che vede la collaborazione di Cinemazero e del Centro studi-Archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna.
La mostra si tiene proprio nei giorni in cui la troupe fu a Grado per girare quelle scene indimenticabili del film, ma anche molte parti poi escluse dal montaggio e documentate nell’esposizione grazie agli studi che in occasione dell’evento si sono prodotti.
In quei giorni la laguna fu la casa del Centauro e il luogo dell’infanzia di Giasone. Nel suo entroterra abitarono le ninfe che iniziarono Giasone all’amore; nei dintorni, sotto la guida del Centauro, si costruì «la prima nave del mondo», quella con cui Giasone sarebbe tornato da Pelia a rivendicare il regno. Le foci dell’Aussa Corno ospitarono l’accampamento degli argonauti e videro lo smarrimento di Medea di fronte alla civiltà “moderna” rappresentata da Giasone e i suoi compagni. Nelle acque della laguna abitarono le sirene che Maria Callas soverchiò con lo stesso loro canto, «ma più forte e terribile», allontanando il sortilegio mortale con cui incantavano gli argonauti.
Tutto questo viene ricordato nell’ex cinema Cristallo, storica sede cinematografica cittadina, dove in seguito Pasolini darà vita a numerose e importanti manifestazioni cinematografiche.
Una postazione audiovisiva proietta in sala, non accessibile al pubblico, ma visibile dal foyer, alcune riprese gradesi scartate in sede di montaggio, salvate dalla distruzione e oggi parte del prezioso documento Visioni della Medea generosamente messo a disposizione da Cinemazero.
Tra i materiali esposti hanno una parte fondamentale le immagini del fotografo di scena Mario Tursi, riprodotte su pannelli di grandi dimensioni.
Sono presentati manifesti, locandine e fotobuste originali del film Medea e materiali d’epoca legati alla diffusione del film; il tutto illustrato da pannelli con testi utili alla lettura complessiva delle vicende narrate nella mostra. —
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