Caffè letterario di Codroipo: un libro celebra i dieci anni

Martedì la presentazione al Teatro Benois De Cecc. Non solo ricordi ma una riflessione sui confini

Martina Delpiccolo
L'evento martedì 16 settembre a Codroipo
L'evento martedì 16 settembre a Codroipo

Ci sono tanti modi per onorare un anniversario. Luisa Venuti, ideatrice, anima e presidente del Caffè Letterario Codroipese, ha scelto di festeggiare dieci anni di cultura e di comunità con un libro. Non una scrittura individuale, ma un’opera a più voci, che si nutre della pluralità. Non un resoconto di attività e di ricordi, ma una riflessione attuale sui confini, sentita come un’urgenza, una necessità.

All’invito hanno risposto quasi una cinquantina di autori e autrici che hanno fatto parte della storia decennale del Caffè e che, ora, vanno a comporre con i loro pensieri “Parole oltre i confini” (Gaspari Editori). Il libro sarà presentato il 16 settembre alle 20 a Codroipo, al Teatro Benois De Cecco.

«Dal cuore della nostra piccola ma ricca regione di confine, il Caffè Letterario Codroipese ha saputo crescere, evolversi e farsi promotore di un processo di condivisione che ha abbracciato storie, tradizioni e realtà diverse». Così Mario Anzil, vicepresidente e assessore alla Cultura della Regione. Il sindaco di Codroipo, Guido Nardini, ha parlato di una realtà capace di «trasformare l’aroma di un buon caffè in un laboratorio permanente di idee, emozioni e riflessione collettiva, grazie alla sinergia di tante persone».

Luisa Venuti ricorda i primi passi della sua creatura: «Ero da poco in pensione e sentivo il bisogno di coltivare una nuova passione: creare uno spazio dove la cultura potesse essere condivisa. L'ispirazione è nata passeggiando lungo le Rive di Trieste, dove mi fermavo al Caffè Tommaseo. Quel luogo, con la sua atmosfera intrisa di storia e letteratura, mi ha fatto sognare un ambiente simile a Codroipo: non esclusivo, ma aperto a tutti, dove il dialogo potesse fiorire attorno a un buon libro e a un caffè. Mio marito Rudi Marchesi e l’amico Franco Marchetta mi hanno incoraggiato a realizzarlo».

Nel 2015 quel sogno ha preso vita, inizialmente al Caffè Centrale, poi per otto anni a Villa Manin ed ora nella sede della Biblioteca, in teatro o in altri luoghi del Codroipese. «Anche durante la pandemia – precisa Luisa Venuti – il Caffè non si è fermato. Si è trasferito online, per continuare ad essere vicino alle persone e ad alimentare il dialogo culturale».

A suggellare dieci anni di incontri, ma anche di gite letterarie e scambio libero di libri, la presidente, proprio per l’aspirazione del Caffè a superare barriere culturali, geografiche, generazionali, ha sollecitato la riflessione collettiva sui confini. Dal libro emergono visioni diverse. Per alcuni i confini sono attrezzi inutili, per altri servono a definire l’identità o a distinguere l’onestà dalla disonestà. C’è chi li abbatte varcando la porta di una storia o attraverso la fede, la musica, la lingua, il lavoro artigianale. Confini liquidi, labili, relativi, reali, emotivi o della coscienza. C’è il confine tra noto e ignoto, tra ordine e caos, tra bene e male, tra interiorità ed esteriorità, tra guerra e pace, tra l’affrontare con coraggio autocritico il male e il banalizzarlo o rimuoverlo.

Per qualcuno, il termine “confine” è una parolaccia degli intellettuali. Per altri, il prefisso “con” invita alla comunanza. C’è chi preferisce la parola frontiera, che fa paura ai signori della Guerra, e chi auspica che la cultura sia una membrana. Come fari nella notte arrivano rimandi ai maestri: Marchetta, Zanier, Bellina, Turoldo, Pasolini, Giacomini, Maldini e altri ancora… C’è chi vede nel confine il limite, l’interruzione di un cammino, chi un’occasione, un punto d’incontro, che separa e unisce. C’è chi si chiede se il confine serva ad affermare diritti o doveri. Il filo spinato può essere la paura o il pregiudizio o l’ipocrisia. E c’è chi ama sconfinare. A superare i confini arrivano le parole, che, nel libro, sono paragonate alle onde: “Parole oltre i confini” che «abbracciano, stupiscono, emozionano». 

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