Borealo reinventa la passione per i libri: «Talmente brutti da diventare capolavori, vi mostro gli orrori della mia biblioteca»

Collezionando volumi “atipici” è diventato una star dei social e il 27 agosto sarà a Pordenone

Tommaso Miele
Auroro Borealo (Francesco Roggero) con tre pezzi della sua collezione di “libri brutti”
Auroro Borealo (Francesco Roggero) con tre pezzi della sua collezione di “libri brutti”

PORDENONE. Collezionare libri per il gusto di leggerli? Semplice. Ma se una raccolta letteraria, capace di far brillare la libreria di casa, vive di luce propria partendo fin dalla copertina e da titoli tra il naïf e il surrealismo, allora si può ben parlare di installazione artistica “homemade”. Auroro Borealo (al secolo Francesco Roggero), cantautore bresciano divenuto fenomeno di culto sui social, porterà in scena la sua paradossale antologia titolata “Libri brutti” sabato 27 agosto, nel parco del Castello di Torre, a Pordenone.

La serata (inizio alle 21 con ingresso gratuito), curata da Thesis per Dedica Incontra e Associazione Il Deposito/Capitol, vedrà l’autore di pezzi pop fin dai titoli esplicativi del suo modo d’essere (da “Atti Pubblici in Luogo Osceno” a “Sbucciami”) lanciarsi in una serie di letture dedicate ad alcuni dei peggiori (in)successi letterari degli ultimi anni.

Libri talmente atipici da risultare imperdibili. Come è nata questa passione?

«Da sempre colleziono con gusto questi volumi al limite tra il kitsch e il capolavoro. Negli anni ne ho raccolti personalmente oltre un migliaio nella mia libreria di casa, e me ne sono passati per le mani almeno cinquemila. Un giorno ho notato l’account Instagram “Libri Belli”: l’ho trovata una bellissima idea, e ho chiesto alla curatrice Livia Satriano il “permesso” di creare “Libri Brutti”. La mia collezione proviene per un quarto dai mercatini, per un quarto da eBay, per un quarto da Amazon e per un quarto dai negozi Libraccio».

Ha una scaletta predefinita per le letture oppure pesca a seconda dell’umore?

«Ho preparato un file power point in Comic Sans con varie classifiche dei libri più assurdi, divisi per categoria: sesso, politica, società, religione, vip e altro ancora. Mostro al pubblico le copertine, le commento e alla fine di ogni classifica leggo uno spezzone dal libro più stravagante di quella sezione. Siamo molto vicini a uno spettacolo di stand-up comedy, ho un canovaccio fisso con alcune copertine e alcuni libri che voglio far scoprire assolutamente, ma una parte di scaletta varia a seconda della località in cui mi trovo o se ho incrociato ultimamente qualche libro incredibile, che voglio condividere con il mondo».

Cosa leggerà per tenere testa alle attese letterarie di un pubblico già in atmosfera pordenonelegge?

«Il self-publishing di Amazon ultimamente sta regalando emozioni forti, per esempio con titoli quali “Guadagna 40mila euro con la lattuga”. Sicuramente ne parlerò con dovizia di particolari».

La sua top 3 dei “libri brutti” e da non mancare?

«Alcuni di questi titoli con il tempo sono diventati cult e di conseguenza molto rari. Imprescindibile è sicuramente “Dove andiamo a ballare questa sera”, la rarissima guida di Gianni De Michelis alle 250 migliori discoteche italiane; molto importante anche l’altrettanto raro “Curarsi con il vino”, ma uno dei miei feticci è “Uomo cercasi” di Dian Hanson, una guida tutta al femminile per conquistare l’uomo dei sogni negli anni Ottanta».

Quali sono i suoi autori “non brutti” preferiti?

«Ho passioni molto specifiche. Adoro tutti i libri di Wodehouse, forse il miglior umorismo letterario di sempre. Mi fanno impazzire le atmosfere noir di Dashiell Hammett: ho un paio di prime edizioni Longanesi che custodisco come fossero gioielli. E mi hanno cambiato la vita i libri di Bohumil Hrabal, per la prosa pragmatica, ma allo stesso tempo altissima e incredibilmente poetica. Parlando di cose nuove, sono mega fan di Blackie Edizioni: libri stupendi, con copertine di una bellezza disarmante».

Una parentesi musicale. La sua passione per le cose “brutte” si estende anche alle copertine dei dischi. Quali sono i peggiori artwork?

«Su orrorea33giri.com, sito di cui sono caporedattore da anni, abbiamo provato a fare una classifica delle peggiori copertine di dischi italiani. È molto difficile, perché come sempre il brutto e il bello sono soggettivi e di solito quello che per gli altri è orribile per noi è bellissimo, e viceversa; degne di nota sono sicuramente la copertina dell’album “Un falco chiuso in gabbia” di Toto Cutugno, la cover dei singoli “Portami con te” di Cristiano Malgioglio e “It’s okay, it’s alright” di Carlo Conti, sì, quel Carlo Conti che prima di essere presentatore è stato anche cantante. Sul versante estero suggerirei di dare uno sguardo a “Goodnight Vienna” di Ringo Starr, all’inspiegabile “Pink Bubbles Go Ape” degli Helloween e a una qualsiasi di David Hasselhoff».

In conclusione: da dove nasce il suo nome d’arte?

«Volevo qualcosa di esotico, ma allo stesso tempo ho sempre avuto il pallino per i nomi femminili convertiti al maschile: Martino Stello, Macareno, Galassio».

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