“Bastardi a mano armata” super cattivi poco incisivi

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Lo abbiamo già detto molte volte e non ci stancheremo di ripeterlo in futuro: nessuno spera quanto noi che il cinema italiano di genere, il cinema reso immortale da sontuosi artigiani come Lenzi e Fulci, torni a splendere. Torni, cioè, a raggiungere le vette creative degli anni Settanta. Prendiamo il fertilissimo filone criminale, saltando (solo per questa volta) le commedie sexy. Prodotti liberi e coraggiosi. Trucidi e trucidissimi. Amati e popolari, nell’accezione più alta del termine, quindi perennemente bastonati dalla critica. Ecco perché speravamo di trovare bello “Bastardi a mano armata”, dichiaratamente ispirato a quella stagione gloriosa. Ed ecco perché siamo così dispiaciuti del contrario. Le buone intenzioni del regista Gabriele Albanesi si vedono e, certe volte, sono più che buone intenzioni: sono proprio colpi messi a segno, soprattutto nella prima metà. “Bastardi” comincia bene e prosegue bene, infatti, poi però il giocattolo si rompe. E si rompe quando il personaggio di Caligola fa irruzione (letteralmente) dentro il racconto: un super cattivo che dovrebbe segnare la svolta stilistica, da noir a pulp, e invece porta in dote parecchia comicità involontaria. Quanto sono lontani i super cattivi che riempivano di buio i capolavori tipo “Milano odia: la polizia non può sparare”! E quanto sono lontane le loro efferatezze! Storia di un regolamento di conti tra gangster, ma anche omaggio a “Vacanze per un massacro” del maestro Di Leo, “Bastardi a mano armata” schiera volti noti della tivù (Marco Bocci, il commissario Scaloja di “Romanzo criminale”, Peppino Mazzotta, l’ispettore Fazio di “Montalbano”, Fortunato Cerlino, il Pietro Savastano di “Gomorra”) e scommette sulla giovane Amanda Campana. Fiore, la sua torbida Lolita drogata di social, è la vera sorpresa del film. —



Bastardi a mano armata, regia di Gabriele Albanesi, con Marco Bocci, Amanda Campana (italia, 2021). Visto su prime video