Aquileia recupera un altro tesoro: restaurato Palazzo Brunner-Segrè

Domenica 15 giugno l’inaugurazione dello storico complesso: sarà sede della Fondazione Aquileia

Alessandra Ceschia
Uno scorcio di Palazzo Brunner-Segré
Uno scorcio di Palazzo Brunner-Segré

Un compendio di storia, archeologia e architettura nel cuore di Aquileia restituito alla collettività. Si è concluso l’imponente intervento di restauro conservativo di Palazzo Brunner-Segré. Il complesso che si affaccia su via Roma, fu eretto fra XVII e XVIII secolo, acquisito nel 1996 dal Demanio (Ministero della Cultura) e trasferito alla Fondazione Aquileia nel 2019.

Dopo un ottantennio di abbandono e di degrado, l’edificio è stato interessato da un radicale lavoro di recupero e riqualificazione, che permetterà di trasferirvi la sede della direzione e degli uffici della Fondazione, sarà inaugurato domenica 15 giugno, alle 11 con ingresso da via Roma 20 nell’ambito delle Giornate europee dell’Archeologia. Al secondo piano sarà inoltre realizzata una sala conferenze, mentre una seconda fase dell’intervento prevede la valorizzazione dell’area esterna, sotto la quale si cela una porzione dell’antico anfiteatro romano, e la creazione di un percorso di visita che collegherà l’edificio a via 24 Maggio.

Lo storico complesso immobiliare come si presentava dopo una lunga fase di abbandono
Lo storico complesso immobiliare come si presentava dopo una lunga fase di abbandono

I lavori, eseguiti dalla ditta Valerio Sabinot s.rl. di Basiliano sotto la direzione dell’architetto Barbara Pessina, degli ingegneri Massimo Lanza e Maurizio Casoni, hanno dunque permesso il recupero di un importante edificio storico di Aquileia. La bella facciata, contraddistinta dal portale carraio, dalla porta ad arco con terrazzino al primo piano e da un’apertura circolari al secondo piano, tutte decorate da teste in pietra, torna a risplendere.

«L’intervento conservativo di Palazzo Brunner-Segré riveste un significato particolare, perché si tratta di un pregevole edificio storico riconsegnato all’ammirazione dei visitatori», dice il presidente della Fondazione Aquileia, Roberto Corciulo.

«Il recupero del patrimonio edilizio del centro storico, costituito da notevoli esempi di architettura spontanea, e un suo utilizzo a servizio dei nostri ospiti è uno degli obiettivi della Fondazione, che in questi ultimi anni ha proceduto all’acquisizione di alcune proprietà private ormai non più abitate nella zona della basilica – il commento –. Nel caso specifico, desidero sottolineare che il costo complessivo dell’opera, pari a 3.068.000 euro, è stato finanziato per 3 milioni di euro grazie ai Fondi per lo Sviluppo e la Coesione del Ministero della Cultura, che, grazie al sollecito interessamento della Direzione Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia, siamo riusciti a dirottare verso il restauro di palazzo Brunner-Segré. Desidero ringraziare la Soprintendenza per la costante presenza nelle fasi progettuali, autorizzative e di avvio dei lavori, sempre delicati perché interessano un immobile vincolato. È un ulteriore segno della collaborazione proficua che si è instaurata nel processo di valorizzazione di Aquileia».

«L’intervento di rigenerazione urbana dell’edificio, posto lungo uno degli assi viari principali di età medievale, la contrada di Sant’Andrea o dei calzolai, ha richiesto due anni di lavori – commenta il direttore della Fondazione Aquileia, l’archeologo Cristiano Tiussi. Un intervento complesso perché attuato su un edificio storico molto degradato, che ha richiesto un’attenzione particolare, per ovviare a problematiche emerse in corso d’opera. Nella fase iniziale, sono state condotte indagini archeologiche che hanno rivelato la ricchezza del deposito stratigrafico, ininterrotto dalle fasi moderne a quelle tardo-antiche. Le fasi di lavorazione si sono poi susseguite con regolarità, e per questo vorrei ringraziare i collaboratori della Fondazione, i professionisti della progettazione e della direzione lavori e le ditte impegnate negli scavi archeologici, nel recupero delle strutture edilizio, nella realizzazione degli impianti tecnologici. Ora proseguiremo con la sistemazione dell’area esterna, che terrà necessariamente conto anche della presenza di circa un quarto dell’anfiteatro: l’obiettivo è quello di rimetterne in luce almeno un tratto conservatosi delle fondazioni, per dare l’idea dell’imponenza dell’edificio».

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