«A Benigni proporrò le Beatitudini»

PORDENONE. Si chiude oggi, alle 20.30 nell'auditorum Don Bosco a Pordenone, la lunga serie di incontri curati dall'associazione Aladura sul tema delle Beatitudini. A concludere il ciclo sarà il teologo valdese Paolo Ricca. La sua biografia si sviluppa quasi tutta all'interno dell'insegnamento e della predicazione, con una inaspettata parentesi di notorietà dovuta al rapporto, altrettanto inatteso, con Roberto Benigni che per i suoi “Dieci Comandamenti” - è cosa nota - si è ispirato anche al volume “Le Dieci Parole. Le tavole della libertà e dell'amore”, scritto da Paolo Ricca e pubblicato da Morcelliana. Del resto, già nella prima puntata il comico toscano aveva pubblicamente segnalato il debito di riconoscenza nei confronti delle parole di Ricca. A Pordenone, però, il tema affrontato dal teologo valdese sarà “Risurrezione o Reincarnazione? Riflessioni sulla Pasqua cristiana”. Abbiamo chiesto al teologo di anticiparci alcuni punti della sua riflessione.
«È una meditazione sulla Pasqua che verte sostanzialmente sulla differenza tra risurrezione e reincarnazione. Differenza profonda. La reincarnazione è una dottrina molto antica e molto diffusa in tutte le culture e in tutti i continenti. Si tratta cioè della dottrina secondo la quale l'anima non muore ma trasmigra in un altro corpo, se la sua vita è stata buona, positiva trasmigra in un corpo migliore se è stata una vita negativa,molto peccaminosa, allora trasmigra o in un altro corpo umano, ma peggiore, o addirittura in un corpo animale o in un corpo vegetale nel quale deve incominciare a espiare le sue colpe per accedere alla riunione con la divinità».
E la risurrezione? «La risurrezione è diversa perché è la risurrezione del corpo, come avvenuto con Gesú, è anche il corpo che risorge, sia pure in una maniera nuova, spirituale come lo chiama l'apostolo Paolo. Ecco la differenza profonda tra le due dottrine è che il corpo nella dottrina della reincarnazione è uno strumento provvisorio e destinato alla distruzione, nella dottrina della risurrezione rinasce ed è quindi riscattato. Il cristianesimo vede il tutto in una maniera unitaria, senza dicotomia tra spirito e materia, anche il corpo ha un futuro, tutto ciò che è animale e vegetale ha un futuro. È una dottrina meno spiritualizzata nella quale il messaggio della salvezza riguarda non soltanto le cose celesti, ama anche le cose terrene, dunque è una visione positiva più inclusiva. C'è una speranza per tutta a realtà». Devo chiederle di Benigni, anche se ne ha già parlato molto. «"Com'è nata la nostra amicizia è cosa nota, io posso confermare tutto quello che è stato scritto. È stato a cena da noi due volte, posso dirle che è una persona di una semplicità estrema, e insieme di una sensibilità acutissima. Mangia poco, non beve vino, insomma era come avere a cena un amico di sempre». Farete altre cose in futuro? «"Abbiamo mantenuto un bel rapporto, e ci sentiamo per telefono, e non le nascondo che ho in animo di chiamarlo nuovamente a cena e in quel quadro se vedo che vale la pena gli chiederò se sarebbe disposto, per esempio ad affrontare le “Beatitudini”, sarebbe bellissimo se le affrontasse tutte o anche solo qualcuna».
Gabriele Giuga
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