Zml, fatturato in crescita e un nuovo macchinario
Maniago, il colosso metalmeccanico ha 536 dipendenti e una ventina di interinali Tre i reparti in cui è suddivisa l’azienda del Gruppo Cividale: ghisa, rame e alluminio

MANIAGO. Fatturato in crescita e nuovo macchinario da mezzo milione in arrivo alla Zml di Maniago, colosso della metalmeccanica di proprietà del Gruppo Cividale, con 536 dipendenti (447 operai e 89 impiegati) e una ventina di interinali. A tracciare il bilancio dell’azienda, che non usufruisce della cassa integrazione dal 2014 e rappresenta uno dei fiori all’occhiello della zona industriale della città, è l’amministratore delegato Stefano Dametto. «Le previsioni parlano di una chiusura del fatturato 2017 a quota 170 milioni: il 6 per cento in più rispetto all’anno scorso – ha spiegato –. Gli investimenti non si fermano: entro novembre arriverà un nuovo impianto a raggi X per i controlli non distruttivi. Un macchinario che sarà utile soprattutto per il reparto ghisa e consentirà di testare i prodotti senza doverli tagliare».
Uno dei progetti futuri riguarda l’ampliamento nel reparto ghisa del sistema fusorio, che non implica un incremento della capacità produttiva: si prevede quindi l’acquisto di nuovi forni. Ma sulle date Dametto non si è sbilanciato. Gli investimenti della proprietà sono continui e importanti: si pensi che per l’ultimo effettuato nel 2013 nella divisione della ghisa, in cui operano 250 maestranze su tre turni per cinque giorni, sono stati messi sul piatto 15 milioni di euro per un nuovo impianto. «Ogni anno cerchiamo di sostituire impianti vecchi con altri di ultima generazione e quindi più tecnologici», ha fatto sapere Dametto. Sul fronte ghisa, Zml è prima in Italia per quantità prodotta. Ultimo stanziamento che ha riguardato invece la divisione del rame, in cui lavora un’ottantina di addetti su tre turni per sette giorni (è l’unica a ciclo continuo) e che conta 29 linee, risale a giugno: un milione di euro per nuove linee di smalteria per filo di rame. «Un impianto che può fare filo sia di rame sia di alluminio – ha aggiunto Dametto –. Realizziamo 20 mila tonnellate l’anno di filo di rame, circa 50 al giorno (il rame costa sei euro al chilo): siamo secondi in Italia per produzione». Una curiosità: la divisione rame è quella che vede la maggiore presenza di donne tra i dipendenti.
Infine c’è il reparto alluminio, in cui lavorano circa 200 unità su 19 linee e tre turni per cinque giorni (i sabati sono dedicati alle manutenzioni). In quest’ultimo, gli investimenti più importanti risalgono a cinque anni fa, quando è stata acquistata una nuova macchina. «In questa divisione, che lavora solamente per il settore dell’automotive, le macchine sono servite da robot – ha riferito l’ad –. Le maestranze si occupano principalmente del controllo visivo finale dei pezzi prodotti: a livello di mansione, si tratta quindi di operatori macchina. Ne possono seguire due o tre». Quanto ai clienti, i più importanti sono Volkswagen, Siemens, Bosch, Nidec, Brose ed Embraco di Whirlpool. Dametto ha precisato che la rosa dei clienti è ampia: l’azienda lavora per consolidare i più grossi e al contempo guadagnarsene di nuovi. Dal punto di vista delle assunzioni, l’anno scorso l’organico è stato potenziato. «Abbiamo stabilizzato una ventina di addetti interinali – ha dichiarato l’ad –. Altro aspetto non da poco riguarda il ricorso agli ammortizzatori sociali: gli ultimi giorni di cassa integrazione, peraltro pochi, risalgono a tre anni fa».
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