Zanolin, fondazione da un milione di euro

Sostegno ai ragazzi pordenonesi che si laureano a Trieste Una borsa di studio sarà riservata per la ricerca al Cro
Di Martina Milia

Il suo sogno, rubatogli dalla guerra, era quello di laurerasi a Trieste. E così, per volontà testamentaria, ha chiesto che i suoi beni fossero destinati a chi, oggi, porta avanti quel sogno. Dal lascito di Ottone Zanolin e della moglie Elena Dametto (detta Ada), è nata una fondazione che mette a disposizione un milione di euro per studenti meritevoli che si laureano all’università di Trieste e per una borsa di studio, che cofinanzierà un progetto di ricerca al Centro di riferimento oncologico di Aviano.

«I miei zii – ha raccontato ieri Gianni Zanolin, presidente della neofondazione, che ha presentato il progetto assieme ai consiglieri (Luciano Bortolus, Cinzia Palazzetti e Carla Del Ben), al rettore dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia e al direttore del Cro Mario Tubertini – sono scomparsi nel 2008 e 2009. Sono seguite lungaggini burocratiche per dare seguito alle loro volontà, ma ora siamo pronti».

La fondazione, che ha come scopo principiale la promozione del diritto allo studio e della cultura (prossimo appuntamento una mostra a palazzo Ricchieri), è un atto d’amore verso Pordenone e le nuove generazioni. E non a caso l’intero patrimonio è destinato allo scopo della fondazione: gli amministratori gestiscono i beni a titolo gratuito.

Dopo aver seguito il padre a Trieste per iscriversi al liceo classico (nei primi del 900 a Pordenone non c’era), Ottone non potè laurerarsi. La Seconda guerra mondiale lo portò al fronte. Reduce di Nikolajewka, nel dopoguerra iniziò la carriera in banca. «La scelta dell’Università di Trieste – ha spiegato Zanolin – nasce proprio da questo legame personale con la città». Per altro, come ha ricordato il rettore accompagnato dal professor Daniele Del Santo, sono circa 1500 gli studenti pordenonesi all’ateneo giuliano.

Ogni anno la fondazione stanzierà 40 mila euro, di cui 10 mila per il Cro. Le modalità operative saranno tradotte in una convenzione tra i soggetti interessati. «Tra l’Ateneo e il Cro c’è già una collaborazione importante. Perché non pensare a creare un’attività di ricerca mondiale ad Aviano? Intanto iniziamo a sognare» ha detto il rettore, che ha subito trovato il sostegno di Tubertini.«Il Cro è un piccolo istituto ma con grandi ambizioni e grande visibilità». E i sogni «hanno bisogno di persone visionarie e caparbie – ha evidenziato Cinzia Palazzetti –. Ottone ci ha dato una grande lezione». Un sogno Bortolus e Zanolin ce l’hanno, «avere una forte presenza universitaria in città, in un’ottica di ateneo policentrico. La collaborazione stretta che c’è finalmente tra Udine e Trieste è un ottima cosa».

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