Zanettini-De Antoni, tra storia e saga
La signora Maria Grazia racconta una famiglia legata anche con i Dalla Chiesa
Sua madre, mancata pochi anni fa, era Mina Dalla Chiesa, di Parma, figlia d’un cugino del nonno del generale Carlo Alberto. Suo padre, l’ingegner Angelo Zanettini di Spilimbergo, progettista e costruttore edile, era nipote di Maria Maddalena Ceconi, figlia di un fratello di Giacomo Ceconi conte di Monte Cecon (1833 - 1910), l’artefice delle ferrovie dell’Impero austro-ungarico (costruì ponti, gallerie e viadotti, ottenendo da Francesco Giuseppe il titolo nobiliare poi confermato dal governo italiano. Suo marito Ezio de Antoni, medico radiologo mancato nel 2000, era figlio d’un fratello del cavaliere del lavoro Umberto, l’imprenditore di Comeglians (centrali idroelettriche, falegnamerie, segherie) scomparso nel 1971. Sua figlia, infine, Gloria De Antoni, è la nota giornalista, conduttrice tv, regista e autrice per la Rai che di recente ha realizzato due film documentari di successo: «Sui sentieri della gloria: viaggio con Mario Monicelli sui luoghi della Grande guerra» e «Ritorno al Tagliamento: sui luoghi di Addio alle armi di Hemingway». Parliamo della signora Maria Grazia Zanettini De Antoni, «per metà emiliana e per metà friulana», che assomma in sè le vicende di tutte queste dinastie delle quali è venuta a trovarsi tra gli eredi e i custodi di memorie. Nella deliziosa frescura del suo appartamento nella zona residenziale di via Gorizia, in una terrazza-salotto che sembra sospesa sul verde del parco, la signora De Antoni passa in rassegna la storia e i personaggi del casato, quasi un’antologia familiare comprendente i capitoli più diversi che il caso ha messo insieme, ma ai quali lei stessa non riesce a mettere ordine. «Dovrei cercare di approfondire, ma per un motivo o per l’altro non sono mai riuscita a trovare il tempo e lo spirito adatto!» Spesso è sollecitata a farlo da uno dei tanti «quasi parenti» acquisiti, lo scrittore Hans Kitzmiller, fino a due anni fa docente dell’Ateneo udinese, la cui madre, Eva Ceconi, era nipote diretta di Giacomo, in quanto figlia del figlio Vittorio... Maria Grazia De Antoni è nata a Parma perchè suo padre, l’ingegner Angelo Zanettini, prima della guerra, lavorava nella città emiliana con l’impresa Mirolo di Spilimbergo. «Lì ha conosciuto mia madre, Mina Dalla Chiesa, a una festa da ballo. Lei aveva già un fidanzato, ma la corte di papà è stata insistente. Un giorno, con una scusa, le ha fatto provare un anello. “Mi è un po’ stretto”...“Bene, lo faremo allargare!”. Così si è dichiarato: pochi mesi dopo si sono sposati». Da Parma la famigliola si è trasferita a Trieste, poi a Spilimbergo, sempre seguendo i cantieri dell’ingegnere. Maria Grazia ha fatto le magistrali a Firenze, dalle suore Dorotee, poi si è dedicata alla scuola, dopo aver vinto il concorso. Ha insegnato a Spilimbergo, Rauscedo e altri paesi (per tre anni ha diretto la biblioteca di Martignacco) e ha concluso, dopo 31 anni, a Nogaredo di Prato. Per 12 anni ha fatto anche l’intervistatrice della Doxa nella regione. Sua madre Mina è vissuta fino al 1998 e anche lei ha arricchito il patrimonio familiare di preziosi cimeli, tra i quali alcune lettere di Giuseppe Verdi a suo bisnonno, il tenore Superchi (Maria Grazia ne mostra una, del 1858, scritta a macchina da Tabiano dove il maestro «passava le acque»). Ma il personaggio chiave della dinastia è il nonno paterno della signora De Antoni, Isidoro Zanettini. Gli Zanettini, notai, erano arrivati in Friuli da Vicenza nell’800. Poi a Spilimbergo sono diventati commercianti. Nonno Isidoro ha sposato Maria Maddalena, detta Maricci, figlia di Pietro Ceconi, fratello di Giacomo, ma è morto prematuramente in un incidente mentre rincasava (il cavallo si è imbizzarrito e il calesse si è schiantato contro un muro). Isidoro ha lasciato la moglie e 8 figli, che sono stati aiutati negli studi (i quattro maschi si sono tutti laureati) dal fratello di Maria Maddalena, il professor Angelo Ceconi (1865-1937), professore di clinica e patologia medica a Torino. Altro illustre personaggio, un vero luminare, autore di testi ancora oggi studiati in medicina: ha donato i suoi libri alla Biblioteca dell’ospedale di Udine, dove gli hanno dedicato una targa. «Su tutti, però - ricorda la signora Maria Grazia - spicca la figura di Giacomo Ceconi di Monte Cecon, zio di mia nonna. Dopo le grandi realizzazioni stradali e ferroviarie in Austria, “tornò in Friuli e comperò una montagna” (così titolò il Messaggero Veneto, negli anni ’50, un memorabile servizio di Arturo Manzano): a Pielungo di Vito d’Asio, il suo paese, costruì un castello, realizzò scuole e altre opere sociali, favorì il rimboschimento...Il castello di Pielungo è stato restaurato dopo il terremoto e oggi appartiene alla regione, peccato che sia poco utilizzato! Definito “costruzione ambiziosa ed eclettica” è un edificio di grande fascino: quando lo vidi la prima volta, da bambina, mi impressionarono le statue dei nani sparse nel giardino!» Maria Grazia De Antoni si è sposata molto giovane. Suo marito Ezio De Antoni, radiolologo e tisiologo, aveva l’ambulatorio in via Zoletti. «Ci siamo conosciuti in spiaggia a Grado. Poi lui veniva a cercarmi a Udine dove andavo a studiare (mi ero iscritta a psicologia a Padova, ma ho fatto solo qualche esame): mi seguiva con una buffa Topolino...Dopo il matrimonio siamo andati a stare in città. Nel ’54 è nata Gloria, la nostra primogenita (due anni dopo arriverà Massimo, anche lui oggi radiologo, impegnato in provincia di Padova, che mi ha regalato due affezionatissimi nipoti, Amedeo di 12 anni ed Edoardo di 10». Siamo così arrivati ai figli e ai nipoti che, con tutto il rispetto per quel po’ po’ di galleria di illustri antenati, sono...il presente! Una bella realtà, soprattutto per quanto riguarda Gloria e i suoi successi televisivi e cinematografici. «Mia figlia voleva fare veterinaria. Sul treno per Bologna ha conosciuto un ragazzo che andava al Dams. E ha cambiato idea. Si è laureata in Lettere e Filosofia con una tesi su Istituzioni di regia». Dal 1981 lavora per la Rai come programmista-regista, redattrice e conduttrice di programmi radio e tv. L’abbiamo vista, per esempio, con Santoro a Samarcanda, e di recente a Uno Mattina nella rubrica Parliamo di donne. Gloria De Antoni vive tra Roma e Spilimbergo, dove nel 2002 ha sistemato l’antica casa di famiglia («è del 1425 e si trova in pieno centro, sotto la torre di piazza San Rocco») trasformandola in un cenacolo dove arrivano e sostano registi e attori... «Mia figlia è molto “friulana”: è schiva e concreta, il suo motto è “Essere e non apparire”. Non ha mai voluto, benchè più volte invitata, “mettersi in mostra” al Costanzo o ad altri talk show». Come ha detto Oreste De Fornari, suo partner in Schegge di radio a colori e altre trasmissioni, «Gloria si crede Cenerentola e non sa di essere Alice». Una Alice tra le meraviglie delle cine-telecamere e dell’intreccio genealogico della sua straordinaria famiglia di cui (lo ha imparato fin da piccola dalla madre) va giustamente fiera.
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