Zamparini e il maxi debito con la banca di Vicenza per il progetto Grado

L’imprenditore friulano: il progetto per l'isola d'oro non è morto, restituirò i soldi. Il sindaco Raugna: presentato un nuovo piano

UDINE. Torna sotto i riflettori Maurizio Zamparini, il vulcanico impreditore friulano e patron della società di calcio del Palermo. Nella serata di giovedì è stato ospite del programma tv di La7 “Piazza pulita”, condotto da Corrado Formigli. Ospite per il suo poco invidiabile record: essere il più grande debitore della ex banca Popolare di Vicenza dell’ex padre padrone Gianni Zonin.

Secondo gli elenchi resi noti nella Commissione banche presieduta da Pierferdinando Casini, il debito di Zamparini è pari a 59 milioni 290 mila euro, tutto sulle spalle della Monte Mare Grado Srl, una società che fa capo all’imprenditore di Sevegliano, 76 anni, e che avrebbe dovuto realizzare un maxi progetto (800 milioni il costo) immobiliare, turistico, residenziale e termale nell’Isola d’oro, che non è mai stato nemmeno avviato sia per l’opposizione trovata tra i gradesi sia per lungaggini burocratiche che, a dire dello stesso Zamparini, avrebbero portato l’ambizioso piano in un vicolo cieco, fino a farlo morire.

Ma tale stato delle cose è roba vecchia. Perchè durante il talk show, in diretta, si è verificato un vero e proprio colpo di scena. Zamparini ha annunciato urbi et orbi che il progetto per la maxi lottizzazione di Grado non è affatto defunto. E che di conseguenza, ha fatto intendere, lui non può essere considerato un debitore insolvente della ex Vicentina, ma un semplice uomo d’affari che ha ottenuto sì un ingente prestito, sul quale però ci sono forti garanzie a copertura date dai terreni («valgono 200 milioni di euro», ha dichiarato) e dall’opportunità di concretizzare l’intervento.

«È una cosa bella, faremo anche un grande complesso termale, il più grande d’Europa - ha largheggiato il patron del Palermo -, ho investitori londinesi che sono interessati a diventare miei partner nell’operazione. E creeremo 1000 posti di lavoro sul territorio». Sembrava l’ennesimo coup de theatre dell’uomo, che si è infervorato più volte durante la diretta. E che è stato guardato con occhi sgranati pure da Barbara Venuti, presente in studio, la risparmiatrice udinese che, per colpa del crac della Pop Vicenza, ha perduto, con i suoi genitori, 170 mila euro, tutti i suoi beni.

Eppure le parole di Maurizio Zamparini non sono campate in aria. Il progetto di costruire case, alberghi e impianti turistici in una parte dell’isola che oggi è terreno lagunare, non è affatto tramontato. La conferma viene direttamente dal Comune di Grado.

«Qualche mese fa - ha dichiarato il sindaco Dario Raugna - Zamparini ha presentato un nuovo progetto, nonostante il Tar abbia bocciato, a suo tempo, la variante 15 che gli avrebbe permesso di partire con il cantiere. Noi come giunta diciamo no al tentativo di raddoppiare la nostra cittadina con seconde case. A noi non piace e politicamente siamo contrari.

L’istruttoria per valutare questo secondo piano dell’imprenditore è comunque in corso, vedremo cosa diranno i nostri uffici, vedremo se è compatibile con l’attuale piano regolatore comunale. Lui dice che quei terreni di sua proprietà valgono 200 milioni? Beh se trova chi glieli compera, possono valere anche 400 milioni. Dice di avere partner londinesi? Speriamo sia vero, che gli investitori invece che da Londra, non vengano da Marte».

Insomma l’investimento di Zamparini, almeno sulla carta e al netto dello scetticismo manifestato da più parti, è ancora in piedi, così, coma da lui stesso dichiarato, anche le possibilità di restituire, un giorno, i 59 milioni e rotti di prestito ottenuti dalla Banca Popolare di Vicenza. Soldi che, se un domani rientrassero davvero nelle casse di Intesa, oggi proprietaria degli asset positivi dell’istituto berico in liquidazione, potrebbero servire a rimborsare, almeno in parte, coloro che davvero hanno perduto i loro averi. Come ha auspicato Zamparini stesso, in televisione, davanti a milioni di italiani e di fronte a Barbara Venuti, che continuava a guardarlo sgranando gli occhi.

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