Votato solo da 109, il sindaco di Venzone lascia

Deluso dal risultato ottenuto nel suo comune, Fabio Di Bernardo si è dimesso con un anno di anticipo. Il vice traghetterà la cittadella alle urne

VENZONE. Si è sentito tradito dai venzonesi, sicuramente dai 776 concittadini che quattro anni fa l’avevano eletto sindaco.

Candidato alle regionali nella lista dei “Cittadini”, di fronte alle 109 preferenze ottenute a casa sua (nel collegio ne ha totalizzate 240), il sindaco della cittadella medievale, Fabio Di Bernardo, non ha sentito ragione: «Me ne vado», ha pensato alla chiusura dei seggi e chi si illudeva di trattenerlo ha dovuto ricredersi.

Ieri mattina, alle 8.30 il sindaco si è presentato all’ufficio protocollo e ha ufficializzato le sue dimissioni. L’ha fatto con una missiva che non va oltre le tre righe, senza consultarsi con i suoi. Non sapeva nulla neppure il suo vice, Mauro Valent, che ieri avrebbe voluto analizzare il risultato con il sindaco e la maggioranza.

L’ha fatto, ma con le dimissioni del primo cittadino alla mano. Il dimissionario ha 20 giorni di tempo per ripensarci. Staremo a vedere.

Di Bernardo sperava in un risultato migliore non solo per mantenere il trend registrato dai venzonesi che prima di lui hanno tentato la corsa alle regionali, ma soprattutto per i diversi traguardi tagliati negli ultimi due anni dal Comune distrutto dal terremoto nel 1976, che resta un esempio internazionale di ricostruzione per anastilosi secondo il concetto del dov’era e com’era.

Di Bernardo è il sindaco che, nel quarantennale del sisma, ha portato a Venzone il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, assieme a tutte le autorità che in quell’anno sono arrivate in Friuli per dirci quanto siamo stati bravi 40 anni fa.

È il sindaco che ha ottenuto i fondi dalla Regione per restaurare le statue di coronamento del duomo, che ha partecipato al concorso “I Borghi più belli d’Italia”, piazzando a Venzone al primo posto. E a prescindere dal fatto che la giuria del concorso, votando Venzone, abbia voluto dare un segnale di speranza alle zone terremotate del Centro Italia, quel traguardo sta portando migliaia di turisti nella cittadella medievale con inevitabili ricadute economiche.

Di Bernardo dopo aver consegnato la missiva ha staccato il telefono senza rilasciare alcuna dichiarazione. Le sue dimissioni saranno definitive e irrevocabili tra 20 giorni, ovvero il 21 maggio. Nel frattempo le funzioni passano al vicesindaco al quale, se Di Bernardo resterà sulle sue posizioni, toccherà traghettare il Comune alle elezioni nella prima data utile.

Se non ci sarà una finestra autunnale, Venzone si esprimerà la prossima primavera. In quel caso non ci saranno ricadute visto che Di Bernardo sarebbe scaduto a maggio 2019. Tra un anno avrebbe chiuso il primo mandato con la possibilità di ricandidarsi. Di Bernardo non è nuovo alla politica, nel precedente mandato era l’assessore ai Lavori pubblici della giunta Pascolo.

Ieri, la notizia delle sue dimissioni è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Ha sorpreso soprattutto i consiglieri di maggioranza, Valent e l’assessore Carolina Madrassi, che dopo l’uscita di scena per motivi personali di Franco D’Angelo, sono rimasti gli unici rappresentanti dell’esecutivo. Ieri sera si sono riuniti con i colleghi di maggioranza per valutare i due scenari possibili: affidarsi al vicesindaco o dimettersi in massa e passare la palla al commissario.

Hanno deciso di andare avanti: «Allo scadere dei 20 giorni – ha spiegato il vice sindaco –, se la situazione resterà immutata, decideremo a chi affidare le deleghe al Personale, ai Rapporti istituzionali, alla Protezione civile, alla Cultura, alle Politiche giovanili e sociali, allo Sport e al Turismo detenute dal sindaco».

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