Volantini comunisti alla prima di Red Land Scoppia la polemica

Polemica sul volantinaggio del Partito comunista all’ingresso di Cinemazero, mercoledì scorso: si proiettava Red Land (Rosso Istria), opera cinematografica che rappresentava il dramma delle foibe e la storia di Norma Cossetto. Nel volantino si leggeva un’interpretazione diversa rispetto a quanto proposto dal film, sottolineando che «Norma Cossetto era fascista, esponente della Gioventù universitaria, figlia di Giuseppe Cossetto, segretario del Fascio del Comune di Santa Domenica di Visinada. Uccisa non si sa bene da chi (se da partigiani italiani o yugoslavi). La sua morte venne vendicata con la fucilazione di 16 partigiani, da parte dei tedeschi».

«Quando abbiamo appreso dell’uscita del film Red Land eravamo sollevati perché finalmente in un’opera cinematografica di spessore era rappresentato il dramma delle Foibe e la tragica storia di Norma Cossetto» hanno affermato Flavia e Claudia Maraston e Corrado Sferco, figli di esuli e parenti di vittime delle foibe. Fin dalla sua uscita da parte della comunità degli esuli è stata colta una certa resistenza nella proiezione del film nelle sale in regione (inizialmente solo 36 su 6 mila). «Non avremmo mai pensato – proseguono Maraston e Sferco – che i referenti del Partito comunista di Pordenone, che rappresentano ci auguriamo se stessi e pochi altri, si spingessero a distribuire fuori dal cinema volantini densi di falsità e soprattutto di odio, vaneggiando di fantomatiche invasioni dell’Italia nella Jugoslavia, che all’epoca non esisteva ancora, e giustificando i 16 aguzzini comunisti che stuprarono, torturarono e gettarono ancora viva in foiba Norma Cossetto solo per il fatto che era iscritta alla Gioventù universitaria fascista come gran parte delle persone in quel periodo».

Nel volantino «ci sconvolge il tenore di odio e di minaccia nei confronti di noi familiari. Queste persone devono essere fermate». Sulla questione hanno preso ferma posizione, ringraziati da Maraston e Sferco, anche il sindaco Alessandro Ciriani e il consigliere regionale Alessandro Basso. —

L. V.



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