Visco, il lager dimenticato: "Ora diventi un museo" - Le foto

VISCO. È stata anche quest’anno il luogo delle celebrazioni della Giornata della memoria. Di quel 27 gennaio di 71 anni fa, in cui i cancelli di Auschwitz vennero aperti, rivelando al mondo l’orrore delle persecuzioni naziste. Perchè prima di diventare una caserma militare, la “Luigi Sbaiz” è stata campo d’internamento.
La storia, però, non le ha reso omaggio: seppure ceduta al Comune, dal 2010 è “bloccata” da un vincolo posto dalla Soprintendenza. E ieri, il sindaco non ha perso occasione per ricordare come, nonostante le promesse e le ipotesi formulate negli anni da politici, la sua amministrazione abbia ancora le mani legate. E neppure un contributo o lo straccio di un progetto per la gestione di quei 130 mila metri quadrati, coperti in buona parte da eternit.
«Il comune di Visco con i suoi 780 abitanti – ha detto il sindaco, Elena Cecotti – non può essere abbandonato a ricercare e trovare da solo le soluzioni per un necessario recupero di quest’area. Come amministrazione abbiamo provato a coinvolgere diversi partner istituzionali: da alcuni abbiamo avuto riscontro, da altri purtroppo nessuno. Mi auguro che la cerimonia di oggi non sia soltanto il momento delle lacrime di ieri, del silenzio rispettoso, del ricordo, ma diventi voce forte che scuote chi troppe volte condivide soltanto con comode parole, senza poi trasformarle in azioni. Voce – ha incalzato – che scuota chi si lamenta fuori da un portone chiuso, ma non entra quando quel portone viene aperto».
Ma la risposta, questa volta, sembra finalmente arrivata. O, quantomeno, abbozzata. «Auspico la realizzazione di un Memoriale rivolto ai giovani e, quindi, ideato e creato secondo le più moderne tecniche comunicative ed espositive», ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale, Igor Gabrovec. Che, facendo seguire alle parole i fatti, si è poi impegnato «a promuovere a breve un primo tavolo tecnico-politico in Regione, affinché la memoria del campo non rimanga soltanto un mesto e rituale pellegrinaggio di poche volte all’anno tra la macerie di un’ex caserma».
I fondi, secondo Gabrovec, andranno reperiti nei programmi nazionali ed europei in materia di tutela della memoria storica, di educazione dei giovani e di promozione della cultura della pace e della convivenza. «Nasca quindi qui a Visco – ha continuato – un Memoriale della persecuzione, affinché i giovani imparino ad abbracciare e valorizzare il diverso, accogliere e aiutare chi è in difficoltà, sostenere chi chiede aiuto. Non teche di vetro mute e immobili, ma esposizioni interattive che parlino alle nuove generazioni di ciò che era e non deve più essere, magari attualizzando e integrando il ricordo della tragedia delle persecuzioni fasciste con la narrazione di tanti altri drammi che si ripetono fino ai giorni nostri in ogni angolo del globo».

Nel ripercorre le tappe della vicenda, Gabrovec ha ricordato l’invito del presidente della Repubblica del 2010 al presidente della Regione per le valutazioni su possibili interventi di recupero storico-culturale, l’operato dell’associazione “Terre sul Confine” guidata da Ferruccio Tassin, l’interessamento del premier Enrico Letta su sollecito del primo ministro sloveno Alenka Bratusek per l’inclusione di Visco tra i monumenti di interesse nazionale e il sostegno che la presidente della Regione, Debora Serracchiani, assicurò al progetto già da parlamentare europea, sei anni fa. «Ritengo che non abbia cambiato idea – ha concluso Gabrovec –. I buoni propositi ci sono tutti e da qui bisogna ripartire».
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