Virus, nessun contraccolpo per i ristoranti cinesi in città

A Pordenone il coronavirus non fa paura, almeno da quanto dichiarato dai gestori di ristoranti e rosticcerie cinesi. Il virus proveniente dalla Cina, dove ha già causato oltre cento morti e quattromila contagiati, rimane una questione del tutto straniera e a Pordenone non ha mutato le abitudini dei clienti che continuano tranquillamente a frequentare i locali cinesi e a mangiare i piatti tipici del Paese dell’Estremo Oriente.
Chen Yanyan, titolare della rosticceria Gioia di via Udine, conferma che non c’è stata alcuna modifica nei comportamenti dei clienti e nemmeno un calo di presenze. «Almeno sinora non ho notato alcun calo – ha spiegato –. E nessuno che ci chieda informazioni su un piatto o la provenienza degli ingredienti. Ho degli amici che ci chiedono come stanno i miei parenti in Cina: per fortuna abitano in una zona lontana da Wuhan e lì da loro non si sono registrati casi di virus. Tutti cercano di rimanere a casa, di non uscire troppo per paura dell’infezione».
In pieno centro città, in piazza XX settembre, Wei sushi è un po’ ristorante cinese, un po’ giapponese e thailandese. Insomma, è un punto di riferimento per chi ama la cucina asiatica. Nemmeno in questo caso è stato avvertito il contraccolpo: clienti in numero del tutto corrispondente al periodo precedente rispetto alla “psicosi coronavirus” e nessuna richiesta di particolari informazioni.
È soltanto tardo pomeriggio, ma alla Grande Cina ci sono già dei clienti che ritirano piatti cinesi da asporto. Prova lampante che anche in questo caso la clientela non ha subito l’influenza delle informazioni che arrivano dall’Asia. «Nessun problema, nessun calo dei clienti – ha sottolineato Lin, il titolare del ristorante –. Siamo praticamente italiani e viviamo qui da tanti anni».
Intanto, le informazioni che giungono dall’unità di crisi della Farnesina riferiscono che si sta attuando un rimpatrio volontario degli italiani da Wuhan. Inoltre, si sta lavorando alla creazione di un vaccino in grado di debellare questo virus: sono almeno cinque gli istituti nel mondo impegnati per questo obiettivo. In Europa, sono stati registrati quattro casi in Francia (di cui uno grave) e uno in Germania. Sono sinora rientrati tutti gli allarmi per presunti contagi di coronavirus in Italia.
Restrizioni anche per le donazioni di sangue: il Centro nazionale sangue ha diramato un’informativa secondo cui ai donatori che abbiano soggiornato nell’area interessata viene applicata una sospensione temporanea di 21 giorni dal loro rientro in Italia e viene richiesto ai donatori di informare il servizio trasfusionale di riferimento all’insorgenza di sintomi compatibili con quelli del coronavirus entro 14 giorni dalla donazione. —
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