Violenza sulla figlia, padre a giudizio

La ragazzina aveva avuto un ripensamento, ma non è bastato. Il giudice ha deciso che il genitore dovrà essere processato
20060717 - ROMA -CRO- AVVOCATI, SENZA DIALOGO SCIOPERO SINO AL 25 LUGLIO- Una immagine di archivio, datata 30 settembre 2002, mostra alcune toghe di avvocati al Palazzo di Giustizia di Milano. ..DANIEL DAL ZENNARO/ARCHIVIO - ANSA - PAT
20060717 - ROMA -CRO- AVVOCATI, SENZA DIALOGO SCIOPERO SINO AL 25 LUGLIO- Una immagine di archivio, datata 30 settembre 2002, mostra alcune toghe di avvocati al Palazzo di Giustizia di Milano. ..DANIEL DAL ZENNARO/ARCHIVIO - ANSA - PAT

PORDENONE. Dopo aver accusato il padre di un crimine orribile, pesantissimo, quale la violenza sessuale, aveva avuto un ripensamento. Un ripensamento che aveva fatto sperare la difesa che la vittima ritrattasse le accuse. Ma la speranza è durata poco: il giudice per le indagini preliminari Rodolfo Piccin ha deciso comunque di rinviare a giudizio il genitore per il reato di violenza sessuale aggravata.

Finirà a processo il papà (le generalità dell’uomo non vengono fornite per tutelare la vittima), che si è sempre dichiarato innocente.

La figlia, oggi quindicenne, lo ha accusato di un solo episodio, che si sarebbe verificato nel 2013, quando lei era poco più che una bambina. Il genitore, però, ha sempre negato gli abusi e aveva chiesto di andare a dibattimento. Il pubblico ministero Federico Facchin, titolare dell’inchiesta, a sua volta aveva chiesto il giudizio immediato per violenza sessuale aggravata.

Inizialmente l’uomo, un quarantenne residente in provincia di Pordenone, aveva optato per il rito abbreviato condizionato. Poi, però, a seguito di indagini difensive, erano emerse nuove circostanze che avevano indotto a rivedere la strategia. L’avvocato Alessandra Nava del foro di Treviso, che assiste il papà, aveva quindi chiesto la revoca dell’abbreviato convinta che in dibattimento le accuse sarebbero cadute, tanto più dopo i tentennamenti della vittima. Un processo che a questo punto ci sarà.

L’episodio di violenza che risalirebbe a quattro anni fa, sarebbe venuto alla luce solo di recente, in concomitanza di un possibile trasferimento del padre e della ragazzina. La quindicenne a quel punto ha scelto le amiche più care e un’insegnante per confidarsi e proprio dalla scuola, messa a conoscenza di questo pesante segreto, era partita la segnalazione all’autorità giudiziaria e la conseguente indagine. La ragazzina era stata sentita durante l’incidente probatorio – con l’ausilio di psicologi e assistenti sociali, come previsto dalla normativa, che stabilisce diverse misure di protezione dei minori – e la sua versione era stata ritenuta credibile dai magistrati.

Questo aveva dato avvio al procedimento nei confronti del genitore che a febbraio scorso era finito in carcere. Si ravvisava, infatti, il pericolo di fuga dell’uomo. Nell’udienza preliminare di ieri, però, il colpo di scena: è emerso infatti che l’adolescente nei giorni scorsi avrebbe avuto dei ripensamenti. Crollate le accuse? Non per il giudice delle indagini preliminari che ha deciso di rinviare il padre a giudizio. Sarà il tribunale a dover accertare la verità.

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