Vinto dal male l’architetto Aldo Durante

Progettò il parco fluviale del Noncello, quello di Bordano, e l’area crematoria. Funerali celebrati in forma privata
Di Enri Lisetto

È morto la scorsa settimana (i funerali sono stati celebrati in forma privata) l’architetto Aldo Durante. Aveva 73 anni, abitava a Pordenone, era malato da tempo.

Originario di Belluno, era approdato in città dopo il fratello Italo, e aveva lavorato nel più grande studio dell’epoca, Sta, di Garlato, Tedeschi e Giorgi, quindi un periodo a Venezia (per la realizzazione dello svincolo autostradale A27 Mestre-Belluno), in convenzione col Comune di Roveredo in Piano, nella ricostruzione post terremoto per il recupero del patrimonio edilizio.

Tra i suoi progetti, l’ampliamento del cimitero di Roraigrande con l’ara crematoria e l’intervento di edilizia sovvenzionata a Vallenoncello. Molto attento al decoro urbano, aveva redatto il piano regolatore di Bordano e il progetto del parco naturalistico, il piano di conservazione del parco naturale del Noncello a Pordenone, ed eseguito numerosi studi di valutazione ambientale, il progetto di sicurezza dell’area adiacente la chiesa di Cordenons e dell’area Sic Meduna Cellina a Vivaro. È di tre anni fa l’ultimo progetto per rinnovare la città, laddove, provocatoriamente, avrebbe voluto trasformare l’area del Noncello in laguna.

Nel 2013 si era candidato presidente dell’Ordine degli architetti (di cui è stato consigliere) proponendone l’abolizione: «È necessario uniformarsi ai modelli europei», diceva. Delegato Inarcassa a Roma, cavaliere della Repubblica, nel 2006 si era candidato in consiglio comunale a sostegno di Giuseppe Pedicini. In viale Marconi condivideva lo studio col fratello Italo, già dirigente dell’ufficio urbanistica ed edilizia privata del Comune di Pordenone; lascia anche una sorella. «Un professionista creativo, originale, socievole, amante del bello», lo ricorda il sindaco emerito Alvaro Cardin.

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