Vino, Shaurli: Doc interregionale per la qualità del Pinot grigio

L'assessore regionale ha sostenuto il progetto alla presentazione di Ortogiardino

TRIESTE. «La Doc interregionale per il Pinot grigio rappresenta un'opportunità in termini di qualità, trasparenza e riconoscibilità internazionale».

È la convinzione che oggi ribadisce l'assessore regionale alle Risorse agricole Cristiano Shaurli, a margine di un incontro con i giornalisti dedicato all'inaugurazione della manifestazione «Ortogiardino».

«Alcune premesse sono doverose» afferma. «La costituzione delle denominazioni di origine controllata (Doc), come delle Denominazioni di origine protetta (Dop), non parte da una iniziativa politica ma dai produttori, dalle loro organizzazioni e dalla necessaria raccolta di consenso ed adesione.

Nel caso della Doc interregionale vale ricordare che riguarda unicamente il Pinot Grigio, e paradossalmente nasce da una richiesta che cerca di dare risposte alle perplessità oggi sollevate da chi è contrario; ovvero un abbassamento progressivo di qualità e prezzo del vitigno ad oggi più diffuso, che peraltro i numeri, spesso dimenticati in agricoltura, certificano» aggiunge.

Shaurli ricorda che oggi su 1,3 milioni di ettolitri di Pinot grigio prodotti all'anno tra FVG, Veneto e Trentino, poco più del 10% è imbottigliato come Doc; il resto è Igt (Indicazione geografica tipica), «con rese, tagli e movimenti di uva molto più industriali e meno vocati alla qualità e con anche i nostri produttori che in maggioranza oggi imbottigliano IGT delle Venezie.

Si tratta quindi di concordare disciplinari e controlli più stringenti e di mettere in trasparenza un vitigno molto diffuso che purtroppo ha perso molto della sua percezione di qualità» sottolinea Shaurli.

«La Doc interregionale, è bene chiarire, proprio perché vuole un innalzamento qualitativo non impone rinunce alle denominazioni esistenti (si potrà continuare ad imbottigliate Pinot Grigio Doc Collio o Doc Friuli) ma di fatto supererà solo l'IGT rappresentando una opportunità ed un impegno in più in termini di qualità, marketing, riconoscibilità internazionale».

La Regione, ha spiegato «per quanto di competenza ascolta tutti partendo dalle rappresentanze di categorie e dalla filiera vitivinicola - ha spiegato - Ho preso impegni precisi che penso di aver pienamente assolto: vi era il timore di uno strapotere Veneto e l'associazione temporanea costituita ha 9 componenti, 3 per Regione».

Shaurli ha spiegato che «il percorso è appena iniziato e ci saranno momenti di confronto e discussioni tecniche. Come sempre dichiarato - puntualizza Shaurli - è per me pregiudiziale l'ottenimento della Doc Friuli, in discussione da anni, e sono convinto sarà operativa per la prossima vendemmia grazie al lavoro fatto da tutti in questi mesi nonostante anche su questo non siano tutti d'accordo perché, si sa, c'è sempre un campanile ed un identità ancor più piccola da difendere».

«Ho trovato una filiera vitivinicola e rappresentanze finalmente coese anche in grado di mediare e cercare sintesi, cosa non scontata. Mio compito - ha concluso - è ascoltare tutti ma poi sostenere la maggioranza dei produttori purtroppo spesso meno visibile di una minoranza che comunque rispetto»

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