Villaggio abusivo, condanna bis per il notaio
LIGNANO. Condanne confermate per tutti in Appello e “mazzata” da oltre 700 mila euro per il solo notaio, nei confronti del quale era stata nel frattempo promossa un’azione di responsabilità professionale. Il caso giudiziario relativo alla lottizzazione abusiva dell’area del “Villaggio Casabianca” di Lignano Sabbiadoro non concede sconti e, anzi, regala una coda civile tutt’altro che risibile.
Sul fronte penale, la Corte d’appello di Trieste ha dunque lasciato invariata la sentenza di primo grado che era stata pronunciata dal giudice Roberto Pecile nel marzo del 2013 nei confronti degli imprenditori Stefano Gigante, di Lignano, e Pietro Gigante, di Ronchis, cui erano stati inflitti 5 mesi di arresto e 24 mila euro di ammenda l’uno.
L’unica riforma riguarda il verdetto a carico del notaio Alberto Menazzi, di Udine, che si è visto convertire la pena da detentiva in pecuniaria, per un’ammenda complessiva di 37.500 euro. I giudici hanno così accolto la richiesta del difensore, avvocato Giuseppe Campeis, che, invocando per il proprio assistito la colpa invece del dolo, aveva sostenuto la marginalità della sua posizione nella vicenda. «È certo che il notaio non aveva percezione di agire contra legem - ha sostenuto il legale -. Perchè pretendere da lui la conoscenza di un reato edilizio o di una violazione urbanistica di cui nessuno, Procura in primis, era informato?».
In attesa delle motivazioni, l’avvocato Campeis e il collega Maurizio Conti, difensore dei Gigante, stanno valutando l’ipotesi di un ricorso in Cassazione. «Il grosso del problema, ossia la restituzione dell’area ancora sotto sequestro agli aventi diritto - ha comunque ricordato l’avvocato Conti -, si era risolto già in primo grado». Posta a due passi dal Parco zoo “Punta Verde”, l’area era finita nel mirino della Procura per fare luce su quella che era stata ritenuta un’illecita modifica dell’originaria destinazione da “villaggio turistico” a “uso residenziale”. Per il pm Marco Panzeri, villette e posti auto sarebbero stati realizzati in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti che ne facevano «strutture aperte al pubblico».
L’“escamotage” sarebbe consistito nella stipula di atti di cessione di quote millesimali indivise dalla “Villaggio Casabianca srl” ad altrettanti acquirenti, attribuendo in tal modo a loro l'uso esclusivo e permanente di immobili e posti auto.
Da qui, la decisione di una cinquantina di acquirenti di muoversi anche civilmente contro il professionista che aveva rogato gli atti (e difeso in questa sede dall’avvocato Mario Marino). In parziale accoglimento delle rispettive domande, accertata la responsabilità contrattuale del notaio, il giudice Andrea Zuliani lo ha condannato a risarcire danni per oltre 700 mila euro, suddivisi in quote calcolate in base alle dimensioni delle singole unità.
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