Villa Miotti de Braida va all’asta: sarà messa in vendita a 1,5 milioni

TRICESIMO. Andrà all’asta a partire da un prezzo base di 1.508.000 euro, ma il reale valore di mercato di villa Miotti de Braida, un elegante edificio in stile neoclassico immerso in un bosco secolare, è di gran lunga superiore.
Affacciata sulla cerchia morenica che abbraccia con lo sguardo la pianura friulana, villa Miotti de Braida a Borgobello figura nell’elenco dei beni soggetti a vendite giudiziarie delegate dal tribunale di Udine che andranno all’asta il 2 dicembre.
Si tratta di una costruzione storica realizzata ai primi del Novecento che, da dimora privata, è diventata luogo in cui a lungo vennero custodite opere d’arte per poi assumere una destinazione turistico-ricettiva. Vi soggiornò a lungo Claudio de Eccher, titolare dell’omonima impresa e, in tempi più recenti, il terzo figlio di Mu’ammar Gheddafi, ex leader de facto della Libia.
Saadi Gheddafi – calciatore professionista, già presidente della federazione calcistica libica e capitano della nazionale libica nell’annata 2005-2006 – militò nell’Udinese, ma il suo contributo alla squadra bianconera si è tradotto in una sola partita, un’esperienza condita da numerose polemiche sulla sua sfarzosa vita fuori dal campo. La sua presenza a Tricesimo, però, lasciò il segno in termini di vita mondana ed eccessi.
Era stata la famiglia dello storico Tito Miotti – autore di prestigiosi volumi fra i quali la collana sui castelli friulani – a realizzarla, su progetto dell’architetto Cesare Miani nel 1922, in seguito alla distruzione, tre giorni prima della rotta di Caporetto, ad opera di un aereo austriaco della dimora preesistente del 1600.
L’edificio si sviluppa su tre piani e si articola intorno a un ampio salone centrale. È arricchito da una profusione di marmi, da esterni coperti da pietra lavorata o scolpita secondo i canoni neoclassicheggianti e Liberty, rispondenti a canoni architettonici che ne fanno un unicum in Friuli. Gli interni esibiscono eleganti affreschi e un soffitto a cassettoni.
Nelle sue adiacenze, il professor Miotti aveva realizzato la clinica privata “Villa degli ulivi”, oggi in abbandono. Divenuta proprietà di Giovanni Miotti, ha attraversato alterne vicende divenendo, dopo il terremoto – che la danneggiò – il deposito in cui confluirono le opere d’arte salvate dalla furia del sisma, nelle chiese, ma anche nel museo diocesano. Fu una sontuosa location per cerimonie ufficiali e matrimoni, sede di concerti e iniziative culturali, ma in seguito a una procedura esecutiva è finita fra i beni destinati alle vendite giudiziarie
Da qui, l’auspicio dell’amministrazione comunale che, per voce del sindaco Giorgio Baiutti, confida «in un passaggio di proprietà che possa garantire la cura e la valorizzazione di questo splendido immobile, conosciuto e apprezzato anche all’estero e la contestuale salvaguardia del vasto parco secolare che la circonda. Speriamo che possa rimanere aperta al pubblico, sia per la ricettività che per ospitare eventi» conclude.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto