Vigili urbani, non solo multe: “incastrato” un pedofilo

Pordenone, la cerimonia regionale: encomi a una decina di agenti della nostra provincia. Resta il problema età. Panontin: «Risorse garantite, rivedremo la legge Seganti»

PORDENONE. Non solo multe. Non solo vigilanza sulle strade. L’attività della polizia municipale, che ieri nel giorno di San Sebastiano ha celebrato la festa regionale del corpo, è diventata complessa, richiede competenze e abilità sempre nuove.

E così c’è chi si è trovato ad arrestare un pedofilo e chi a misurarsi con le nuove tecnologie per scovare writers e autori di reati ambientali.

Ma questa trasformazione nella professione, come raccontato ieri dai comandanti di Pordenone, Arrigo Buranel, e Trieste, Sergio Abbate, avviene con persone sempre più vicine alla pensione. E senza ricambio.

Encomi. A raccontare come la professione sia cambiata lo dimostrano anche gli encomi con cui ieri sono stati premiati una trentina di uomini e donne – di cui una decina della provincia di Pordenone – per operazioni degne di nota.

Ci sono il maresciallo ordinario Pasquale Cerutti, il maresciallo ordinario Walter Moras e l’agente scelto Loris Fiorot, di Fontanafredda, che durante un’attività di controllo con le telecamere hanno intercettato un pedofilo e – dopo un’indagine delicata attraverso pedinamenti e perquisizioni –, sono arrivati all’arresto.

Tra i premiati ci sono poi: il maresciallo capo Doadi Foletto, il maresciallo ordinario Andrea Fagotto, il maresciallo Bruna Del Piero e l’agente Rudy Bagatin, del corpo di Pordenone e Roveredo, l’agente scelto Fabio Stefanutto, l’agente scelto Ezio Massarutto, l’agente scelto Alessandro Vandelli del Corpo di polizia locale intercomunale del Sile. E ancora il capitano Daniela Filippin e il maresciallo capo Vinicio Simonutti della polizia provinciale.

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Turnover. L’età media del corpo, a Pordenone, ha superato i 50 anni e «ci sono turni di tre persone – ha raccontato il sindaco Caludio Pedrotti – in cui l’età del personale, se sommata, dà 187». Il tema della mancanza di turnover è stata evidenziata anche dai comandanti Buranel e Abbate.

L’assessore regionale agli enti locali, Paolo Panontin, ha riconosciuto il problema ma ha sottolineato che «come Regione non siamo artefici della decisione. I tetti che fissano i limiti di turnover sono sicuramente insufficienti, hanno dato una mazzata al corpo, ma confidiamo che a livello centrale le decisioni possano essere riviste. L’esperienza è fondante ma servono risorse fresche».

La Regione. Il governo regionale, rappresentato da Panontin e Sergio Bolzonello, ha garantito l’impegno per la sicurezza in termini di risorse di bilancio (quest’anno saranno confermati i 2 milioni e mezzo del 2015) pur ricordando a tutti che «grazie anche al vostro lavoro e a quello delle forze dell’ordine, questa Regione è uno dei posti più sicuri d’Italia».

Panontin ha anche ringraziato i gruppi di volontari per la sicurezza (962 volontari in 82 Comuni) che operano a vario titolo in regione.

Le novità. Panontin ha anche anticipato che la Regione sarà le seconda in Italia, dopo la Lombardia, a sperimentare il 112 come numero unico di sicurezza – «siamo quasi pronti a firmare il protocollo con il Ministero» – e che domani la giunta regionale approverà la delibera con cui si stabilirà in via definitiva la “fusione” tra la polizia provinciale e il corpo forestale della Regione.

«Approfitto di questa occasione per dire che, in materia di riorganizzazione degli enti locali – ha precisato l’assessore – la strada non sarà interrotta, anzi. A breve rimuoveremo gli ostacoli e daremo gli strumenti ai Comuni per costituire le Uti».

I dati. Il bilancio dell’attività 2015 l’ha fatto il generale Abbate: 1300 ritiri di documenti e patenti, 4000 incidenti rilevati, di cui 14 mortali (in sensibile calo rispetto ai 24 del 2014) e 1800 con feriti, 1500 controlli sugli automobilisti con 176 persone trovate in stato di ebbrezza e 27 sotto uso di sostanze stupefacenti e oltre 2000 controlli amministrativi e ambientali.

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