Vigili del fuoco, Minisini apre la porta ai volontari

Sedi vestuste, carenza di risorse, mezzi e spazi, numeri del personale “tirati”, ma non manca certo né la voglia di lavorare, tantomeno quella di sperimentare, ad esempio nel campo inesplorato, nella Destra Tagliamento, del volontariato. Ecco la situazione dei vigili del fuoco, fotografia scattata dal nuovo comandante, ingegnere Doriano Minisini, 58 anni, che si è insediato il 15 settembre dopo cinque anni di comando a Udine, sei a Gorizia e 19 da funzionario (5 a Venezia, 14 a Udine), per 31 anni di servizio complessivi.
Sedi e strutture. «Una questione che va affrontata», premette il nuovo comandante. In via Interna i pompieri sono in affitto, un’area per la nuova sede sarebbe stata individuata, nell’ex caserma Monti di via Montereale, ma le risorse non ci sono. «Siamo in via Interna dal 1971 e, se restassimo qui, l’area avrebbe comunque bisogno di una corposa ristrutturazione». Le caserme di Maniago e Spilimbergo stanno diventando demaniali, quella di San Vito è privata ed obsoleta.
Sacile e Claut. A Sacile l’edificio è stato individuato (area protezione civile), ma deve essere adattato. L’idea è di attivare il modello Codroipo e San Daniele, ovvero utilizzando personale volontario, «che non manca», ovvero pompieri in servizio discontinuo con le stesse competenze degli effettivi, per un massimo di 160 giorni l’anno. Tale modello, in regione è ampiamente utilizzato in provincia di Udine, attorno, in Alto Adige e Veneto. Aprire caserme di volontari è molto più semplice, patto di stabilità permettendo, di quelle “tradizionali”. L’autorizzazione ministeriale, per esempio, è stata già rilasciata per Claut.
Personale. L’utilizzo di personale volontario lenirebbe, almeno in parte, la ormai cronica carenza di personale. A Pordenone, di giorno, opera un turno che, se impegnato per un intervento, costringe le squadre di altre zone di convergere sulla città. «Abbiamo il minimo indispensabile, tirati al limite. Ci vorrebbero almeno venti persone in più». Gli ultimi arrivi sono di luglio, ma il bilancio è in pareggio tendente al rosso: 15 arrivi, altrettanti trasferimenti, tre capisquadra usciti, uno arrivato. L’ondata di pensionamenti, tuttavia, dopo il boom dello scorso anno, dovrebbe essere alle spalle.
Mezzi. Le macchine nuove dispongono di navigatori, quelle “anziane” no. «Qualche mezzo in più sarebbe opportuno», per fare fronte ai 4 mila 100 interventi l’anno. Due le autoscale, una con problemi d’età, che costringe, in caso di malanno, a chiedere rinforzi a Udine. I pompieri dispongono anche di un’autolettiga, in supporto al 118, con tutto il personale, e questo è un vanto per la provincia, «in grado di compiere il primo soccorso».
Protezione civile. «Una risorsa, soprattutto negli interventi per calamità ambientali». Se per l’antincendio boschivo, però, c’è una convenzione con Palmanova, per il resto «manca il coordinamento. Come per l’utilizzo della sala operativa della protezione civile a Palmanova, laddove dovrebbero convergere tutti gli impiegati».
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