Vidulis in lacrime: "Hanno strappato una nostra rosa"

La piccola frazione di Dignano straziata dal dolore. Nadia sempre presente in parrocchia e al circolo

Uccide la sua fidanzata poi girovaga tutta la notte con il cadavere nell'auto

DIGNANO. Parenti, amici, vicini di casa, compaesani, mezzi delle televisioni nazionali e giornalisti. Un pellegrinaggio continuo eppure in via della Roggia, un breve rettilineo di asfalto e ghiaia ai margini del paese di Vidulis, il silenzio è quasi irreale. Troppo il dolore, troppa la rabbia per far uscire le parole: c’è solo la forza di piangere.



Una comunità di nemmeno 400 anime che si è subito stretta attorno alla famiglia, protetta anche dal Comune, che ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali e ieri disposto un’ordinanza di chiusura della strada proprio per evitare l’inevitabile assedio attorno alla casa dei genitori di Nadia Orlando. Un segno di delicatezza, come delicati sono i ricordi di chiunque, sul posto e in paese, riesca a vincere lo sgomento e le lacrime. «Una ragazza perfetta, era la figlia che ogni genitore vorrebbe avere», la ricordano al di là del muretto di casa due signore.

«Era una bellissima rosa del nostro piccolo giardino e ora qualcuno ce l’ha strappata, portandocela via per sempre», si commuove Maurizio Zumello, presidente di quel circolo ricreativo, sportivo e culturale Vidulese di cui Nadia, il papà Andrea, la mamma Antonella Zuccolo, il fratellino Paolo non erano solo parte, ma ne erano anche l’anima.

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«Nadia, come tutta la sua famiglia, era sempre presente. In tutto le iniziative della comunità di Vidulis. Domenica si è chiusa la festa campestre e anche stavolta lei era stata ovunque: dietro al chiosco della birra e del Bar Bianco, con un sorriso per tutti – spiegano –. Una ragazza semplicemente eccezionale, entusiasta, molto matura per la sua età: aveva 21 anni, come mia figlia, la conoscevo da quando era piccolissima. Era un po’ la figlia di tutti qui a Vidulis».

Un sorriso, quello di Zumello, che si brucia subito di fronte al tagico presente: «Il ragazzo? Me lo aveva presentato lei, un anno fa, proprio alla festa. Non lo conoscevo e non sapevo certo di problemi tra di loro».

Il 35enne Francesco Mazzega lo avevano invece visto proprio lunedì sera due conoscenti di Nadia Orlando. Due vicine di casa, poco più grandi di lei: «Nadia era arrivata a piedi da casa sua. Lui la aspettava là, in auto, all’inizio della via. Poi lei è salita e se ne sono andati. Come tante altre volte. Non potevamo immaginare».

Incredulità che diventa qualcosa di più forte nelle poche parole rilasciate prima di salire in auto da una delle zie materne di Nadia: «Ci sarebbero diverse considerazioni da fare su quanto accaduto, ma non voglio parlarne».

Via della Roggia nel pomeriggio si rianima, riprende il rispettoso via vai da e verso la casa della famiglia Orlando.

C’è anche don Giuliano Del Degan. Conosceva bene Nadia. «Ero cappellano festivo a Vidulis, immagino che dirò quello che hanno detto tutti: una ragazza meravigliosa, un angelo per davvero. Ogni domenica faceva le letture durante la messa, attiva con gli scout. Sono venuto in veste di amico, per portare parole di fede a una famiglia di fede. Una famiglia stupenda, come Nadia: gente buona, forse troppo buona».

Sconvolte le amiche di una vita di Nadia. «Solare, sempre con il sorriso, disponibile, c’era sempre per noi, un ragazza d’oro», ricorda sconvolta Giulia. «Domenica era a lavorare con noi alla sagra di Vidulis. Erano appena tornati dalla vacanza. Era serena, felice».

Non riesce a trattenere le lacrime Arianna. «Lei aveva fiducia in lui, non lo puoi concepire tutto questo».

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