Vida, il chirurgo amico dei bimbi Appassionante libro del discepolo di Castañeda portato dalla vita in Guatemala

Grande pubblico, attento e commosso, alla biblioteca civica, per il primo appuntamento 2013 del Circolo della Cultura e delle Arti di Pordenone.
Con il direttivo rinnovato e la nuova presidente, Mirna Carlet, presentati dalla past president, Annamaria Piccolo Stella, ha parlato il cardiochirurgo pediatrico Vladimiro Vida, dirigente medico in cardiochirurgia Pediatrica a Padova. La presentazione della sua pubblicazione “Un cuore in Guatemala”, a cura della giornalista Cristina Savi, ha offerto ai soci del circolo una indiscussa opportunità di conoscere realtà, ambienti, circostanze e momenti di rara umanità.
L’amore per la medicina, per il proprio lavoro e per il sempre fragile mondo dell’infanzia, ha portato il giovane professionista, laureatosi a Padova nel 1998, a perfezionarsi a Boston, in patologia cardiovascolare, e, fortuitamente, all’incontro con il professor Aldo Castañeda, uno dei più grandi chirurghi al mondo nel campo pediatrico. «Vladimiro parlò di cuore in maniera coinvolgente, raccontando delle sue esperienze di specializzazione, prima in Guatemala e poi negli States». Così si esprime il giornalista di Fossalta di Portogruaro, Luciano Sandron descrivendo il medico Vida, che in modo accattivante ha coinvolto, anche in questa occasione, supportato dal cardiologo pordenonese Fabio Zadro, il pubblico del circolo, parlando della passione per la sua arte medica, per il primato della persona e l’approccio psicologico inequivocabile.
Il Guatemala, appunto, terra di grandi contrasti ed abissali divari tra ricchi e poveri; il 70% della popolazione vive con un euro al giorno e l’ospedale è semi privato: la degenza per i più è su stuoie a terra, mentre ogni notte, alcune stanze sono adibite a raccolta di disperati , accoltellati, da operare. La delinquenza è la più alta tra gli Stati dell’America centrale. Veramente un luogo incoraggiante per una specializzazione medica! Ebbene, Aldo Castañeda, originario del Guatemala, dopo gli studi in Italia, ha voluto ritornare nel suo Paese così martoriato, sempre instabile politicamente, per osare e seminare il Bene con l’aiuto di cuore e professionalità: Vida e altri colleghi italiani che da Padova, come volontari trascorrono periodi di professione medico-chirurgica in quella terra lontana, il Guatemala, dove Castañeda opera e cura, nonostante mille peripezie, numerosi bambini e neonati, bisognosi almeno della speranza iniziale di sopravvivere.
«La chirurgia – ha detto Vida – è un atto eminentemente morale e, vivendo accanto alla sofferenza umana, impariamo ad apprezzare la natura morale dell’uomo». Qui i medici hanno realizzato la “ Fondazione Aldo Castañeda “ a cui devolvere fondi da donazioni e ricavato da manifestazioni o pubblicazioni.
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