Vicino Lontano 2013

Il respiro è corto. Cerchiamo il fiato, ma non ci viene su. Non è più la bell’Italia che s’illudeva di crescere, ormai sa di sopravvivere. Forse bisogna parlarne. Con uno bravo. O ascoltare, anche. Comunque agire, ecco, il silenzio equivale alla sottomissione. Un festival non ha il potere di riacciuffare la situazione e stravolgerla a favore, magari. È, però, un potente stimolatore di pensieri. Maggio è il mese di . Vicino/Lontano. Dal 2005. Siamo al nono passaggio e ancora rimbalzano all’oggi le tematiche passate, che si affiancano a quelle nuove. La linea è sottile e purtroppo non si archivia, perché - in fondo - poco abbiamo risolto e ci si ritrova a sbuffare in una mescolanza strana in ansiotico aumento.
Crisi. Inevitabile e imprendibile argomento. La giriamo e la rigiriamo con la stessa mano mal ferma di quando affrontiamo il cubo di Rubik. Non se ne esce. Bene. E noi ci riproviamo. Vicino/Lontano ci prova. Conosciamo l’andamento, ormai. Mai è stato sviscerato un solo argomento caldo. Il credo del presidente Alessandro Verona e pure di chi l’ha preceduto, Paolo Cerutti, si affida a una sorta di rassegna multitasking. Crisi economica, globale, finanziaria, del lavoro, di politica, cultura, moralità. Ogni sottotrama avrà il suo spazio e il suo tempo. Planerà su Udine col jet privato mister George Soros, miliardario filantropo e gran mangiafuoco del teatrino delle speculazioni mondiali.
La sua idea di mercato è un mezzo, non un fine, per assicurare un equo benessere al maggior numero di persone in un quadro di garanzie democratiche. Premio Terzani 2013 con il libro La crisi globale e l’instabilità finanziaria europea. L’esigenza primaria festivaliera - si va in scena da oggi a domenica 12 - è il non isolamento culturale. Si cercano volutamente sinergie friulane e, a contarle, non mancano proprio. Pordenonelegge, èStoria, Cec, Civica Accademia, Premio Luchetta, Mittelfest, Css, Università degli Studi di Udine, Dedica, LeggerMente e Maremetraggio.
Saremo sparati nuovamente nel mondo del web, altro tema imprescindibile, assistendo allo scontro fra web-apocalittici e web-entusiasti. Rientra nella mischia pure il “post-umano”, già percorso nel 2012. Allo stesso modo i discorsi sul futuro dell’Italia e dell’Europa non possono prescindere dallo sguardo sulle nuove generazioni e dal rapporto coi padri. L’uomo è il fulcro, lo si è capito. Lo ritroviamo ancora fluttuare nel “vuoto italiano”, in questo declino favorito dall’ottima salute della corruzione. Dopo le ultime elezioni-caos che ci hanno consegnato un Paese con tre teste, come ritrovare la strada della responsabilità rispetto alle questioni interne e dell’autorevolezza nei rapporti con l’Europa?
Si comincerà l’indagine proprio dalla questione italiana usando il libro di Tommaso Cerno, Inferno. La commedia del potere, un poema in terzine che rivisita in chiave dantesca vizi e bassezze del palazzo, proprio sotto Montecitorio. Sarà speculare il botto finale: un altro libro. Gli anni della peste, di Fabrizio Gatti. Ennesima piaga, la mafia. Lui ci si è infilato dentro e ce la racconta. Come mai nessuno prima.
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