Viavai di lucciole e il questore chiude l’affittacamere a Udine

Sospesa per trenta giorni a seguito di un’indagine della polizia l’attività del “good night” di via San Martino
Udine 14 Maggio 2015 puttanaio Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco
Udine 14 Maggio 2015 puttanaio Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco

UDINE. Un continuo viavai di donne in abiti succinti e di uomini, a tutte le ore. Nonchè schiamazzi e rumori legati a un’attività di prostituzione.

Questa la situazione che da anni esasperava gli abitanti della zona di via San Martino (è la terza laterale destra di via della Cernaia, siamo in zona stazione) dove, al civico dieci, c’è l’affittacamere “Good night” gestito da una donna di origine cinese.

La struttura, anche a seguito di esposti e segnalazioni alle forze dell’ordine da parte degli stessi cittadini, è stata chiusa ieri per ordine del questore Claudio Cracovia.

L’attività è stata sospesa per trenta giorni per motivi di «ordine, sicurezza e moralità pubblica». Il provvedimento amministrativo - che viene emesso sulla base dell’articolo cento del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza a prescindere dalla responsabilità e consapevolezza del gestore - arriva al termine di una lunga attività di indagine effettuata dalla polizia a più riprese (dal 2012) e culminata in aprile.

Il mese scorso gli agenti della Squadra mobile, insieme con i colleghi della Divisione amministrativa, hanno effettuato servizi di all’esterno dell’affittacamere occupato periodicamente da cinque o sei lucciole romene e bulgare, non sempre le stesse.

Gli investigatori hanno intercettato diversi clienti che non hanno esitato a confermare di aver talvolta consumato rapporti di natura sessuale all’interno dell’edificio di via San Martino.

Erano tutti uomini over cinquanta, provenienti dalle più diverse località della provincia di Udine: dall’operaio al funzionario di banca, dal pensionato, all’allevatore, dal libero professionista all’impiegato. Alcuni frequentavano abitualmente le ragazze, mentre altri erano stati avvicinati in strada poco prima.

Le giovani infatti, sempre secondo quanto ha potuto osservare il personale della questura - coordinato dal primo dirigente Graziella Colasanto e dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan - erano solite stazionare nelle vie De Rubeis, Tullio e Battistig e nei dintorni. Stando alle testimonianze degli uomini ascoltati dagli investigatori, il prezzo pagato per le prestazioni poteva variare dai 50 agli 80 euro.

Durante l’ultimo controllo effettuato all’interno del “Good night” (prima del blitz di ieri mattina) la polizia aveva riscontrato la presenza di cinque giovani tra i venti e i trent’anni e una di loro era insieme alla mamma, dunque sei persone in tutto.

A madre e figlia erano già stato notificato un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale e dunque entrambe potrebbero essere denunciate per non averlo rispettato. E nei prossimi giorni anche le altre ragazze verranno formalmente invitate ad andarsene.

Alcune lucciole hanno raccontato agli agenti di avere deciso di prostituirsi per un periodo di tempo anche per riuscire a mantenere i figli rimasti nel loro Paese d’origine.

Dalle verifiche di polizia, inoltre, è emerso che, in barba a un cartello che vietava l’accesso a terze persone, i clienti entravano nelle camere senza essere prima registrati, come invece è prescritto dalla normativa che regola l’attività delle strutture ricettive.

L’indagine sul giro di prostituzione continua. Finora, comunque, non sono emerse ipotesi di favoreggiamento, nè di sfruttamento.

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