Viaggio nella Udine a luci rosse dove non mancano risse e droga: borgo stazione

UDINE. Di giorno è la porta d’ingresso della città per chi arriva dalla stazione. Un quartiere ricco di ristoranti multietnici, dove gli udinesi si “mescolano” a immigrati “vecchi” e “nuovi” di diverse nazionalità, cinesi, pakistani, marocchini e romeni. Di notte, invece, si trasforma nel “quadrilatero a luci rosse”.
Questo è Borgo stazione, raccontata con i nostri occhi, in quella che dovrebbe essere una pacifica serata pre-ferragostana, quando il resto del capoluogo dorme e gran parte dei residenti se ne sono andati in vacanza.
Viale Europa Unita, viale Leopardi, viale Ciconi, viale Tullio e le stradine laterali pullulano di auto. Sono soprattutto quelle dei clienti che si avvicinano, si fermano e contrattano con le prostitute.
Ne abbiamo contate 27 di queste ragazze nella sola serata di venerdì. Ma aggirarsi in Borgo stazione dalle 22, e soprattutto da soli, non è sempre cosa da tutti.
In via Roma ci è capitato di imbatterci in una mini rissa con un lancio di bottiglie e in un ragazzo che in bicicletta che ci ha offerto del «fumo».
Viaggio nella prostituzione
Per capire dove si sviluppa il fenomeno della prostituzione ci siamo mossi in scooter. Da piazza Garibaldi, dove avevamo parcheggiato, e quindi a pochi passi dal centro storico, fino a viale delle Ferriere, dove troviamo la prima ragazza, ci impieghiamo poco più di un minuto.
Maria (così dice di chiamarsi) è romena. Ci fermiamo a parlare. L’offerta è la medesima per tutte: 50 euro in auto o 70 in camera. Si lamenta perchè «un cliente – racconta – ha cercato di falciarmi con l’auto. È sempre più pericoloso. Non sai mai chi incontri». «Qua sono soltanto io – continua –, ma ce ne sono altre in giro, soprattutto nigeriane».
Ci spostiamo in viale Tullio. La strada è meno illuminata rispetto alle altre. Da ambo i lati troviamo nascoste, sotto i portici di un condominio, o nell’aiuola spartitraffico, o tra gli alberi, sette prostitute. Fanno la loro comparsa anche trans e travestiti.
Scendiamo dallo scooter e percorriamo un tratto del viale. Cercano di fermarci più volte con un «ciao, vieni qui». C’è chi viaggia “in coppia”. Due ragazze all’angolo con via De Rubeis si “offrono” entrambe per 150 euro.
Nel frattempo continua il via vai di auto. Gli “stop and go” dei clienti si susseguono a tutte le ore della notte, creando anche dei mini ingorghi agli stop.
Molti si immettono in via Nievo e via Battistig: un lungo rettilineo che immette in via Roma. Qui troviamo una ragazza ogni dieci metri, una decina almeno. Il solito occhiolino, il solito cenno di fermarsi con la mano.
All’angolo di via Percoto troviamo anche tre nigeriane. Una di queste ci chiede dove abbiamo la macchina. Facciamo finta di nulla cercando di non capire l’offerta.
Lei sorride, chiedendo anche di parlare in inglese perchè l’italiano non lo capisce. Rimontiamo sul nostro “cavallo”, riprendiamo il giro, e percorriamo via Roma, viale Leopardi, dove nella penombra notiamo alcune presenze sulle panchine. E poi arriviamo in piazzale D’Annunzio e al primo tratto di viale Trieste dove si è “allargato” il giro della prostituzione.
La rissa in via Roma
Lasciamo di nuovo il nostro mezzo a due ruote in via Battistig. Ci aggiriamo in via Roma e poi decidiamo di entrare in un locale. Ma prima di fare il nostro ingresso troviamo cinque o sei persone che urlano a squarciagola. Non facciamo fatica a capire che si tratta di un diverbio che diventa sempre più acceso.
Prendiamo una Coca-Cola cercando di non dare nell’occhio. Nel frattempo i gruppi si sono separati, ma la tensione resta alta. A un certo punto volano alcune bottiglie di birra in strada. Il vetro cade vicino ai nostri piedi. Guardiamo incuriositi la scena.
Cerchiamo di andare verso la stazione dove si è creato un piccolo capannello di persone, ma un giovane dall’altra parte della strada ci dice di allontanarci e cambiare strada. Prendiamo le distanze, mentre gli schiamazzi continuano all’esterno dei locali.
Un barista invita alcuni avventori di uscire. «Calmatevi – dice –. Andate da un’altra parte».
L’offerta del “fumo”
Percepiamo di esserci imbattuti in una situazione che può diventare pericolosa. Acceleriamo il passo e cerchiamo di riprendere lo scooter che abbiamo lasciato in via Battistig a circa 500 metri di distanza. Alle nostre spalle, però, arriva spedito un ragazzo.
Avrà poco più di vent’anni. È in bicicletta e faceva parte del gruppo che si è “sfidato” lungo la via. «Ehi, ehi vieni qua», urla richiamando la nostra attenzione. Poi l’offerta. «Vuoi fumo?».
Cerchiamo di essere gentili e rispondiamo. «No, grazie non fumo. Ero qui solo per prendere una Coca-Cola». Lui sorride, ci dà il cinque e torna indietro.
Montiamo in sella e riprendiamo la strada di casa. Nel frattempo il numero delle prostitute – sono le due di notte – è diminuito. Sta per terminare un’altra notte e Borgo Stazione tornerà tra poche ore ad essere nuovamente la porta d’accesso della città. Prima di un’altra serata “a luci rosse”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto