Viaggio nel campeggio incompiuto da 27 anni: a Udine l'opera fantasma eredità di Italia '90

Tutto chiuso
Quel cancello doveva essere aperto, a dire il vero, proprio in questi giorni. Il Comune aveva pensato di ospitare lì parte delle carovane dei giostrai che porteranno in città il luna park di piazza Primo Maggio. Ma non se ne farà nulla. Troppo pochi i kilowatt disponibili. Per buona pace del sindaco di Pasian di Prato, Andrea Pozzo, che senza giri di parole aveva fatto capire di non gradire per nulla quanto stabilito in un primo momento dall’amministrazione municipale del capoluogo. Che c’entra Pasian di Prato? Parte dell’area fa parte del suo territorio e a quel Comune spetta il compito di fornire gli allacciamenti alla fognatura. Cosa che doveva avvenire già molto tempo fa. Senza fognature, niente agibilità. Senza agibilità, niente campeggio. Insomma, lo spazio per i camperisti chiuso era e chiuso resterà. Almeno per il momento.
L’assessore al Turismo di Udine, Alessandro Venanzi, con il quale siamo entrati nel campeggio “fantasma”, lancia un messaggio di “pace” a Pozzo. Vuole tagliare la testa alle polemiche di questi giorni e lo fa con una proposta: «È un peccato - esordisce - lasciare l’area in queste condizioni. Possiamo sederci attorno a un tavolo e discutere su un suo, nuovo e futuro utilizzo. Se non vogliamo che sia soltanto un campeggio per camperisti - sottolinea - possiamo pensare a un tipo di struttura comunque strategica per il turismo. Qui, faccio un esempio, potrebbe essere costruita una piscina e trovar posto anche un’area riservata ai cicloturisti. Quello che andava bene nel 1990 non è detto che debba essere per forza confermato oggi. Ma migliorato sì». Sempre che si trovi finalmente un accordo su quella benedetta (o maledetta) rete fognaria, senza la quale ogni progetto è lettera morta.
Nuovi progetti
Qualcosa, tuttavia, pare si muova. Il Comune, dopo alcuni tentativi andati a vuoto (parliamo degli anni Novanta), ha incassato l’interessamento di un privato, pronto a gestire l’area del campeggio a patto - e siamo al punto di partenza - che siano assicurati gli allacciamenti alla fognatura e le relative autorizzazioni. Chi vivrà, vedrà.
Soldi pubblici
Incompiuta da 27 anni e con un sacco di soldi pubblici investiti, la struttura al confine tra Udine e Pasian di Prato è un pugno nell’occhio per chi ha la fortuna (o la sfortuna) di osservarla da vicino: locali a pezzi, porte abbattute, bagni ridotti a un ammasso di rifiuti, pavimenti pieni di vetri, bottiglie di plastica, pezzi di ferro, travi in legno e lamiere. E non solo: poltrone rovesciate, stracci, un materasso e un paio di scarpe immerse nella polvere, segno che lì qualcuno - non si sa quando- ci ha pure dormito.

«Mi piange il cuore - rimarca Venanzi - vedere questo scenario devastante: una struttura dalle notevoli potenzialità che non è stata utilizzata da decenni. Forse a quell’epoca ci fu poca lungimiranza progettuale perchè non si pensò all’allacciamento alla fognatura, ma a una fossa. Abbiamo cercato di trovare un’intesa con Pasian di Prato e continueremo a farlo. Se lavoreremo assieme, potremo trovare una soluzione per dare nuova vita a questa zona: non è giusto resti abbandonata».
L’assessore alimenta ancora il suo ragionamento: «Al di là dei no, è interesse di tutti, di chi amministra un ente pubblico e dei cittadini, fornire un’opportunità a un luogo per il quale gli investimenti sono stati fatti. Ripeto: noi - ci tiene a specificare - tendiamo una mano al sindaco Pozzo e non un guanto di sfida. Ben venga anche una proposta da parte di quel Comune perchè in questa struttura è innegabile che ci siano un potenziale economico e un interesse turistico. Anche per un’area molto più vasta».
«È vero che, proprio dal punto di vista del turismo, in questi ultimi anni Udine è cresciuta molto. E allora - conclude l’esponente della giunta Honsell - sfruttiamo l’opportunità, anche perchè siamo al centro del Friuli Venezia Giulia e possiamo fungere da volano per un territorio che superi i confini della città».
No ai camper
«Non solo non abbiamo voce in capitolo, ma dovremmo anche servire l’area con allacciamenti e fognature: così Pasian di Prato sparirà definitivamente dal tavolo delle contrattazioni e ci toccherà subire le conseguenze della decisione dell’amministrazione udinese». Nessuna intenzione di “mollare” sul fronte pasianese nelle parole del primo cittadino Andrea Pozzo sulla questione del camping, che vede schierato da una parte il capoluogo, con la volontà di destinare l’area all’accoglienza di camper e carovane, e dall’altra il paese ad alta vocazione residenziale.
Pasian di Prato non ha alcuna intenzione di cedere al pressing udinese e ribadisce la fermezza della decisione della propria giunta di non acconsentire a concessioni e allacciamenti spianando così la strada al progetto udinese per accogliere in quell’area – costruita in occasione dei mondiali di calcio del 1990 – i mezzi degli ambulanti e renderla uno spazio a misura di un determinato settore turistico.
«Non è che si parla di un’ipotesi da parte di un’amministrazione che viene accusata di non voler collaborare – si scalda il primo cittadino – , ma sto semplicemente commentando provvedimenti che Udine ha già adottato con decisioni ufficializzate, attraverso bandi votati e deliberati». E non è un segreto che il Comune pasianese – di fronte alla possibilità di veder arrivare camper e carovane sul territorio – non colga alcuna opportunità turistica, bensì un peggioramento della qualità della vita.
«Non dimentichiamo che qualsiasi decisione si pr
enderà per quello spazio impatterà in primis sulla frazione di Passons e poi sul capoluogo – rimarca Pozzo – e inoltre che proprio per l’incoerenza dei confini geografici già ci sono situazioni in cui residenti di Martignacco e Udine utilizzano i nostri servizi». Ma la principale preoccupazione del sindaco, nel difendere gli interessi della propria comunità, è che il comune pasianese proprio per la presenza di quell’area perda parte del proprio appeal. «In questi anni abbiamo investito in servizi a misura dei residenti e intorno a quell’area gravitano l’istituto comprensivo, una residenza per anziani, parchi, aree verdi e moltissime associazioni pronte a promuovere iniziative – spiega Pozzo – : occupando in quel modo il camping i nostri sacrifici per mantenere alti il tenore e la qualità della vita sarebbero vani, con il pericolo di diventare una zona sub urbana come lo sono già altre parti di Udine».
La soluzione, secondo il sindaco, sarebbe cedere quell’area al comune pasianese: «Qualcuno mi spieghi il senso di quel territorio del comune di Udine che non ha possibilità di collegamento con il capoluogo: dovrebbe esserci ceduto, così da acconsentire a uno sviluppo armonico e organico, integrato nella nostra realtà. Se qualcuno pensa che asseconderemo o delegheremo quello spazio senza alcun controllo, si sbaglia: le conseguenze, per la nostra realtà, sarebbero troppo impattanti»
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