Via Manin sempre più strada del commercio

Da oggi un pub al posto del ristorante arabo, ma sono molte le novità degli ultimi mesi
Di Laura Pigani
Udine 2 Luglio 2014 via manin Copyright Foto Turco Massimo
Udine 2 Luglio 2014 via manin Copyright Foto Turco Massimo

Un pub austriaco in centro città. Si chiama “Villach” e stasera aprirà i battenti in via Manin, un pezzetto di centro storico vivace e “anticrisi” dove, in dieci mesi, sono già state avviate o rinnovate altre cinque attività commerciali. Il nuovo punto ristoro punta sulle specialità carinziane e prende il posto del ristorante arabo “Mille e una notte”, chiuso da qualche mese.

L’inaugurazione è prevista in occasione della notte bianca. Rida Akkad, titolare del “Mille e una notte”, ha trasformato il locale arabo «in qualcosa che manca in città», ultimando i lavori di ristrutturazione interna per adeguare le stanze alle nuove esigenze. «Non aveva senso tenere aperti due ristoranti arabi (l’altro è in via Gemona) – sottolinea Akkad – ed era necessario cambiare, puntare su qualcosa di diverso e unico, che potesse attirare gli udinesi. Così è nata l’idea di un pub austriaco, visto che a Udine non ce n’è». Il menu propone «piatti semplici, con tanti tipi di panini e di hamburger, würstel e crauti, la birra Villacher», ma l’intenzione è di ampliarlo in un secondo momento. «Partiamo così per l’estate – sottolinea il titolare –, poi in inverno proporremo piatti caldi e più pesanti», come per esempio il goulash. Il locale rimarrà aperto durante l’ora di pranzo e la sera, dalle 11 alle 15 e dalle 18 fino a mezzanotte o l’una.

E chi ha già avviato la propria attività in via Manin, si dice soddisfatto della scelta compiuta. All’inizio della strada, al civico 3, da poco più di un mese ha aperto le serrande la boutique per bambini e ragazzi Pinocchio, trasferendosi da via Mercatovecchio. «È una via di passaggio verso piazza Libertà – conferma il titolare Fabrizio Zoratto –, di giorno è molto frequentata, mentre di sera è più tranquilla rispetto al passato. Abbiamo avuto riscontri positivi da parte della clientela: quella vecchia ci ha seguito, quella nuova ci ha scoperto».

Ha un mese di vita, invece, il “Terzo tempo”, il locale aperto dai giovani soci Federico Bigotto e Andrea Maniscalco lo scorso 12 giugno. «Abbiamo voluto iniziare questa avventura – racconta Bigotto – consapevoli del momento delicato, ma abbiamo avuto già una bella risposta da parte della gente che non ci aspettavamo. Siamo stupiti che ci sia “giro” anche durante la settimana». Si tratta di un american bar che propone hot dog, snack e birre, spinate senza anidride carbonica. L’8 marzo scorso è stato il debutto per “L’Oris”, innovativo negozio di alimentari e osteria, pensato come un luogo di degustazione da Marisa Rosso. «Provengo dall’esperienza del vicino negozio di ortofrutta di Loris Tesolin – racconta – e volevo realizzare un luogo per far assaggiare questo tipo di prodotti. Qui si punta alla genuinità: non tutti i prodotti sono biologici, ma si fa sempre una ricerca dal contadino». Il locale – dove è possibile gustare centrifughe di frutta e verdura – si trova in un punto strategico ed è «molto gettonato per la pausa pranzo». Sul lato opposto di via Manin si trova la fioreria Pravisani, che da gennaio ha cambiato gestione ed è stata rilevata da Flavia Villotta e Cristian Pattel, madre e figlio, che prima avevano un negozio a Martignacco. «Ci troviamo bene – racconta Villotta –, la mattina passa molta gente e abbiamo avuto una buona risposta da parte della clientela». Non mancano, però, i rilievi negativi: «In occasione delle grosse manifestazioni in centro le persone attraversano la via senza però fermarsi». Il bar “La coccinella” è fra le più “vecchie” attività rinnovate. Dieci mesi fa, il 7 settembre scorso, il locale è passato nelle mani di Laura Monsutti, che prima insieme con la famiglia gestiva una gioielleria in Chiavris. «Ho deciso di rimettermi in gioco – chiarisce la titolare – nonostante la diversità rispetto al settore con il quale avevo a che fare in passato. E se non ci fossero Tasi e altre imposte, si vivrebbe sicuramente meglio».©RIPRODUZIONE RISERVATA

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