Via dall’Enea dopo le critiche al governo Berlusconi

ROMA. Negli anni dopo il Nobel, Carlo Rubbia si interessa ai problemi energetici e studia un reattore nucleare a fissione sicuro, il cosiddetto Amplificatore di energia, noto anche come Rubbiatron, che resta però allo stadio di progetto.
Per 18 anni, tra 1970 e 1988, insegna fisica presso la Harvard University dove è Higgins Professor. Dal 1986 al 1994 è presidente del Laboratorio di Luce di Sincrotrone di Trieste. Tra 1989 e 1994 è direttore generale del Cern di Ginevra. Nel 1999 viene nominato presidente dell’Enea (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), ruolo che mantiene fino al 2005, quando in seguito a una critica nei confronti del governo Berlusconi, l’Enea viene commissariato e Rubbia non viene riconfermato dall’allora ministro Claudio Scajola, con una scia di polemiche successive.
È del 2007 la nomina europea di membro del Gruppo dei Consiglieri in materia di Energia e Cambiamenti Climatici istituito dal presidente dell’Unione europea Barroso, e la nomina italiana di Presidente della task-force sulle energie rinnovabili presso il Ministero dell’Ambiente dal secondo governo Prodi.
È stato anche consigliere presso l’ente spagnolo Ciemat (centro di ricerca sull’energia, l’ambiente e la tecnologia) simile all’Enea, come consigliere speciale per la ricerca in campo energetico in particolare sullo sviluppo del solare termodinamico.
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