Via Cavallotti rinasce tra birre da gourmet e delizie vegetariane

PORDENONE. Nuova vita in via Cavallotti? Se una rondine non fa primavera, forse due sì. E le due rondini, in tal caso, sono i due nuovi locali che hanno visto la luce lungo una delle vie che più hanno subito la crisi degli ultimi anni. Ieri ha aperto i battenti l’orto-bar Adevè, mentre circa un mese fa la Birroteca.
Adevè. Da una parte la vendita di frutta e ortaggi a chilometro zero, provenienti da aziende agricole di Cordenons e San Quirino, dall'altra il bar-ristorantino che propone quello che nell'altra ala si vende. É il nuovo orto-bar, a cura di Adele Damasco e del marito Claudio Stordone (che ha creato, assieme a un amico, il suggestivo allestimento interno).
Adele e Claudio, entrambi napoletani, sono arrivati a Pordenone in cerca di lavoro, trovando un contratto all’Electrolux. Lui faceva anche avanti e indietro con le stagioni in Germania e lei, per motivi di salute, dopo qualche anno ha dovuto licenziarsi.
«Mi è sembrata una sconfitta ma ora per me questo locale è una rivincita – ha affermato –. Venendo qui ho voluto mettermi in gioco».
Adevè è una novità per Pordenone, sia come negozio di frutta, sia come locale, dove si possono mangiare zuppe, centrifugati, yogurt, insalatone (anche per asporto, ideale per gli uffici circostanti). La mattina è possibile fare colazione, ma non con i soliti croissant, bensì con fette di torta (tra cui una specialità vegan al cioccolato). Ieri, già poche ore dopo l’apertura, in tanti si erano affacciati incuriositi da questa novità in città.
Birroteca. Dagli animali alla birra il passo sembra lungo ma in realtà è più breve di quel che si creda. Lo sa Tiziana Fabbro che, con la figlia Silvia Marson e il genero Omar Sandrin, ha aperto la Birroteca in via Cavallotti.
La storia di questo locale comincia mesi fa: Tiziana gestiva in via Martelli un negozio di animali ma la concorrenza non le permetteva più di stare sul mercato. Da qui la decisione di chiudere e di dedicarsi a un’altra sua grande passione: la birra.
Assieme a Silvia e Omar ha cominciato a seguire fiere, corsi di degustazione approfondendo il variegato mondo di luppolo e orzo. Nel frattempo, lo scorso giugno era quasi tutto pronto per la partenza. Appunto, quasi. Al momento delle ultime formalità burocratiche il Comune gli ha negato l’apertura.
Il perchè? La legge sulla sorvegliabilità: il locale si trovava infatti alla fine di una galleria privata dove – dice la legge – si possono aprire negozi ma non locali pubblici con somministrazione di bevande in quanto non direttamente affacciati alla pubblica via e, pertanto, sorvegliabili dalle forze dell’ordine.
Per cercare di non perdere proprio tutto, Tiziana ha cominciato a guardarsi in giro e, in via Cavallotti, ha trovato il locale giusto all’angolo con piazza Freschi: un locale dove gli impianti erano già stati realizzati. Così ha traslocato i mobili e aperto a metà ottobre.
La peculiarità del locale? Certamente la varietà di birre, sempre diverse che periodicamente vengono rinnovate, sempre di qualità per ogni tipo di palato, sia italiane che estere: tra quelle alla spina e le tantissime vendute in bottiglia ce n’è per tutti i gusti.
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