La figlia viene bocciata, i genitori si presentano a scuola con tono minaccioso: interviene la polizia

È accaduto nel pomeriggio di venerdì 5 giugno in un istituto del centro di Udine. I docenti sono stati costretti a interrompere gli scrutini, si valuta se sporgere denuncia

Laura Pigani
Sul posto sono interventi due agenti della Mobile di Udine (foto d'archivio)
Sul posto sono interventi due agenti della Mobile di Udine (foto d'archivio)

Scrutini movimentati in una scuola media di una zona centrale della città. I genitori di una alunna non ammessa alla classe successiva si sono presentati, venerdì 6 giugno pomeriggio, al cancello dell’istituto per chiedere spiegazioni proprio mentre docenti e dirigente scolastico erano riuniti per le valutazioni finali degli alunni prima degli esami delle terze e delle vacanze estive.

Il loro tono aggressivo e minaccioso ha spaventato il personale scolastico e la dirigenza che, per questo, hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Sul posto, poco dopo, sono sopraggiunti due agenti della polizia di Stato, che hanno ascoltato entrambe le parti e calmato i familiari della ragazzina.

Tutto è iniziato, come detto, nel pomeriggio di venerdì 6. Nel corso delle operazioni di scrutinio, il telefono dell’istituto coinvolto non ha smesso di squillare. Quando il collaboratore scolastico ha risposto, si è ritrovato a parlare con la famiglia dell’alunna alla quale ha spiegato che, in quel momento, non era possibile un colloquio con i docenti. Professori che, non molto tempo dopo, approfittando di una pausa, hanno poi richiamato i genitori, sentendosi aggredire verbalmente per la scelta compiuta, quella appunto di voler bocciare la figlia.

Gli stessi genitori, poi, si sono presentati a scuola, con l’obiettivo di fare chiarezza con i professori e la dirigenza scolastica. Sentendo sbattere il cancello con forza e ascoltando parole offensive, il tutto sotto gli occhi dei residenti, dall’istituto è stato chiamato il 112 e due agenti delle Volanti sono intervenuti. I poliziotti hanno parlato con i genitori e, quindi, con gli insegnanti e il dirigente scolastico, che hanno spiegato come la famiglia fosse già stata messa al corrente della decisione presa nei confronti della figlia, una scelta valutata in sua tutela, per consentirle di completare ulteriormente lo sviluppo di competenze sino a quel momento maturate.

Inizialmente la famiglia, a detta della scuola, sembrava aver compreso le motivazioni alla base della decisione, salvo poi mostrarsi aggressiva venerdì pomeriggio. Il dirigente, in ogni caso, si è detto disponibile a un ulteriore colloquio chiarificatore, una volta ultimati gli scrutini.

Ora i docenti e il dirigente stanno valutando se sporgere denuncia per essere stati interrotti durante lo svolgimento di pubblico servizio e per le minacce ricevute. —

 

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