Veicoli di lusso venduti online a prezzi stracciati: come funzionava la truffa delle auto e i nomi degli arrestati

Andrea Frecentese, 45 anni, di Pordenone, è di nuovo nei guai. È stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Rovigo Raffaele Belvederi. È accusato di associazione per delinquere e truffa nella compravendita di auto. Per lui si sono aperti del carcere di Udine. In cella a Trieste, invece, è finito il giovane di origine romena Ion Bachmatchi, 24 anni, residente a Porcia.
I due arresti si inseriscono nell’operazione “Viralcars” della polizia stradale di Rovigo con il supporto di Vicenza: undici le custodie cautelari eseguite, dieci in carcere fra Pordenone, Treviso, Padova, Venezia e Piacenza, un indagato è ai domiciliari a Pescara, due persone sono state interdette all’esercizio d’impresa.
Due anni fa Frecentese era stato arrestato dalla guardia di finanza di Pordenone e dalla polstrada di Udine nell’ambito dell’inchiesta Cars lifting: in quel caso gli inquirenti avevano scoperto un’associazione per delinquere che commercializzava centinaia di auto sottraendosi agli obblighi fiscali e ringiovanendo i contachilometri dei mezzi.
Il pm di Rovigo Andrea Bigiarini ha ottenuto dal gip anche il sequestro di 13 conti correnti e di beni per un valore di oltre 700 mila euro. Gli inquirenti hanno stimato in più di 600 mila euro il volume dei danni economici patiti dalle vittime del raggiro.
In che cosa consisteva la truffa? La procura di Rovigo ritiene che il sodalizio criminoso abbia venduto a più clienti, tramite inserzioni online, auto di lusso a prezzi stracciati, presentandole come veicoli di importazione estera, ma senza consegnarle agli acquirenti.
Il nome dell’indagine, “Viralcars” –ha spiegato la polstrada di Rovigo in una nota – si è ispirato proprio al fatto che il sodalizio ha sfruttato il lockdwon per vendere le auto online, senza che i clienti potessero fare verifiche sui veicoli. Gli inquirenti hanno scoperto che alle auto pubblicizzate online, già immatricolate in Italia, erano state tolte le targhe e cancellati i numeri di telaio.
L’inchiesta è partita da un anomalo tentativo di immatricolazione di due Bmw, segnalato dalla Motorizzazione civile di Rovigo. È scattato un controllo della polstrada a Occhiobello, in una concessionaria di auto, intestata a un prestanome, che, nei giorni successivi al blitz, ha chiuso i battenti. L’attività, invece, è proseguita. I detective hanno trovato traccia di vendite all’estero di auto acquisite da società di noleggio o in leasing.
La stessa concessionaria è stata al centro di un servizio di Striscia La Notizia l’estate scorsa. L’inviato Moreno Morello ha trovato dietro una scrivania in concessionaria proprio Andrea Frecentese e lo ha riconosciuto. «Subito dopo aver visto il servizio su Striscia – ha evidenziato l’avvocato Massimo Cescutti, che assiste Frecentese e Bachmatchi – abbiamo chiesto noi un interrogatorio al pm di Rovigo e abbiamo chiarito».
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