Vano scale condominiale “inglobato” e arredato

Inquilino sollecita i controlli. Il Comune: «Area da liberare e bagno da demolire» Il caso in via Maroncelli. La famiglia coinvolta: «E’ stata solo spostata una porta»
Di Martina Milia

L’ordinanza del settore edilizia privata è stata pubblicata ieri, alla vigilia di Ferragosto. Entro due mesi i proprietari dell’appartamento di via Maroncelli 12 – la famiglia del geometra Ennio Vazzoler – dovranno demolire un bagno e “liberare” l’ex vano scala divenuto a tutti gli effetti parte della loro abitazione. «Questa vicenda ha dell’incredibile» è stato ieri pomeriggio il commento a caldo della famiglia, «ma non finisce qui».

L’antefatto. Tutto nasce da un sopralluogo fatto dai tecnici del Comune assieme alla polizia municipale il 15 gennaio, richiesto da un privato. I vicini di casa della famiglia, infatti, hanno chiesto con insistenza la possibilità di installare una stufa a pallet cercando di far passare la canna fumaria fino al tetto. Dopo una serie di verifiche di tecnici, di riunioni di condominio, la parola fine l’ha messa proprio quel sopralluogo.

La contestazione. In quel sopralluogo, però (era il 15 gennaio), i tecnici del Comune non si sono limitati a valutare la questione canna fumaria. Hanno fatto fotografie della casa e conseguenti accertamenti. I6 gennaio è stato comunicato alla proprietà l’avvio del procedimento «per presunta violazione urbanistico edilizia», alla quale la famiglia ha risposto il 29 gennaio e il 2 febbraio «gli interessati hanno dato riscontro alla comunicazione di avvio del procedimento con la richiesta di verifica, da parte degli uffici, dell’esistenza di eventuali titoli abilitativi rilasciati ai precedenti proprietari». Dopo quelle comunicazioni la famiglia Vazzoler precisa di non aver avuto altre comunicazioni.

L’ordinanza. Ieri l’ordinanza con la quale viene intimato loro di abbattere i lavori non autorizzati entro due mesi dal ricevimento dell’atto. Il Comune nello specifico contesta «la realizzazione di una parete divisoria dotata di porta di ingresso che ha esteso l’unità immobiliare – si legge nell’ordinanza – all’ultimo piano dell’edificio condominiale, inglobando il pianerottolo della scala condominiale all’interno dell’unità stessa, nonchè la trasformazione in servizio igienico di una nicchia della cucina, attuata attraverso la realizzazione di un divisorio di separazione dalla cucina stessa e l’apertura di una porta sul corridoio di distribuzione interno, oltre all’installazione di due sanitari».

Botta e risposta. In casa Vazzoler sono strabiliati. «Sono mesi che non sappiamo più nulla. Quando sono venuti abbiamo spiegato tutta la vicenda. Abbiamo acquistato la casa nel 2011 – precisano – e il vano era già chiuso con un portone e una parete in vetrocemento. Noi abbiamo solo spostato la porta». I cardini della vecchia porta si vedono ancora, così come la lampada esterna che mostra come la chiusura vano fosse precedente. Quanto alla cucina trasformata in bagno, è all’interno dell’abitazione precedente e dove c’erano già gli scarichi. Secondo il Comune per entrambi gli interventi manca l’autorizzazione. Per la chiusura del vano scala la precedente proprietà non ha presentato richiesta di sanatoria.

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